CHARDIN, Jean
Viaggiatore, nato a Parigi il 26 novembre 1643, morto in Inghilterra il 26 gennaio 1713. Indirizzato al commercio dal padre gioielliere, fu preso da vivo desiderio d'istruirsi e di viaggiare, e a questo scopo, più che per speculazione, si unì, nel 1665, con un suo conterraneo, per recarsi in India e in Persia, dove fu ricevuto alla corte dello scià Sulaymān I. Tornato in patria nel 1670, ne ripartì di nuovo in seguito a persecuzioni religiose. Dopo aver visitato Smirne e Costantinopoli, si portò nel Caucaso, quindi in Persia e in India, dove rimase quattro anni, peregrinando, studiando, raccogliendo impressioni, perfezionandosi nella conoscenza delle lingue orientali. Rientrato in Europa, lasciò definitivamente la Francia e si trasferì a Londra, dove Carlo II lo creò nel 1681 gioielliere di corte. Due anni dopo passò in Olanda, e tornò infine in Inghilterra. Fu sepolto nell'abbazia di Westminster.
Il racconto delle sue peregrinazioni, a cui deve la fama, vide la luce in francese a Londra nel 1686 (del primo viaggio in Persia aveva pubblicato a Parigi nel 1671 un riassunto col titolo Le couronnement de Suleïman), ma la prima edizione completa fu stampata ad Amsterdam nel 1711 (in 10 volumi) e solo nel 1811 il Langlès ne dava un testo corretto. Per copia di notizie, ricchezza di osservazioni, generale veridicità di racconto, felice e viva immediatezza di stile, i viaggi dello Ch. ebbero una diffusione enorme (sette edizioni fra il 1686 e il 1735) ed esercitarono una grande influenza sopra gli scrittori che prepararono la rivoluzione - specie su Montesquieu e Rousseau - rappresentando a lungo una delle fonti più autorevoli per la conoscenza delle regioni da lui percorse.