BORDERIE, Jean Boiceau de la
Poeta francese, nato nel 1508, morto, pare, nel 1547; mediocrissimo versificatore della scuola di Clément Marot e allievo preferito del maestro. Il suo nome rimane legato a una famosa polemica sull'amore platonico sorta in Francia nel 1542 e durata molti anni. Il Rinascimento francese è, come si sa, di origine quasi esclusivamente italiana. Soprattutto Francesco I dette opera all'introduzione e alla diffusione dell'italianismo in Francia. Sicché presto vi furono conosciuti e tradotti i celebri Dialoghi di Amore di Leone Ebreo, che, pubblicati a Venezia nel 1541, divennero il codice dell'amor platonico per tutto il Cinquecento. Il re cavaliere ne fece subito la sua delizia e, dietro di lui, i cortigiani e i poeti alla moda. In quest'atmosfera di mondanità, di cavalleria e di rinnovato platonismo, Antonio Héroët, futuro vescovo di Digne, compose e pubblicò un poema, La Parfaicte Amye, decorando la sua donna di tutte le virtù platoniche. Il La B. rispose subito con un altro poema, l'Amye de Court, meno metafisico, in cui l'amore è dipinto come un gioco di civetteria e un bisogno dei sensi, e proclamò questo il perfetto amore. Ne seguì una lunga polemica, cui presero parte i poeti Fontaine, con la Contre-Amye de Court (1542); Papillon, con il Nouvel amour (1543); Scève, con la Délie objet de plus haute vertu (1544); D'Aurigny, col Tuteur d'Amour (1546); Angier, con l'Honnête amant de Court (1547), ed altri molti, con intonazione più o meno platonica. Il La B. ci ha anche lasciato un prolisso Voyage à Constantinople.
Bibl.: Guy, Hist. de la poésie franç. au XVIe siècle, Parigi 1910.