HOUDON, Jean-Antoine
Scultore, nato il 20 marzo 1741 a Parigi, ivi morto il 15 luglio 1828. Praticò, fanciullo, nello studio di J.-B. Pigalle: ebbe maestro M. Slodtz (1704-1764). Nel 1764 partì per Roma, ove si trattenne fino al 1768. Vi eseguì nel 1767 uno Scorticato; due grandi statue per S. Maria degli Angeli di cui esiste ancora il S. Brunone (il modello del S. Giovanni B. è alla Galleria Borghese); un Luperco (Gotha, Museo), figura piena di vivacità, esposta al Salon del 1769. Citiamo fra le sue prime sculture di soggetto mitologico il Morfeo (Gotha, Museo: gesso; Parigi, Louvre: marmo); la Diana cacciatrice, il cui busto fu esposto al Salon del 1777 (statua all'Ermitage, repliche in bronzo al Louvre e altrove). Il busto di negra del museo di Soissons, felice concessione all'esotismo di moda, sarebbe uno studio preparatorio per la fontana del giardino Monceau, oggi distrutta.
Tra il 1773 e il 1781 eseguì numerosi monumenti sepolcrali. Espose al Salon del 1773 i bozzetti dei due mausolei dei principi Galitzin (Golicyn) per la chiesa inferiore del monastero dell'Epifani in Mosca. L'ultima sua opera funeraria è il mausoleo di V. Charpentier, conte d'Ennery, oggi allo Château de la Chasse, Ispendic (Bretagna). Ma l'artista raggiunge il sommo della sua arte nei ritratti, nei busti e nelle statue. La terracotta del Diderot (Louvre) inizia una lunga serie di capolavori. Nel Salon del 1777, che parve segnare l'apice della sua carriera, espose numerosi busti in marmo, fra i quali quelli del conte di Provenza, della contessa di Provenza, e delle principesse Adelaide (Coll. Veil Picard, Parigi) e Vittoria (coll. Wallace, Londra), ecc., e le piccole Brongniart, ritratti di bimbi, capolavori del genere. Nel 1776 gli era stato commesso dagli attori un busto in marmo del Molière, che, eseguito su ritratti autentici, è uno dei più celebri del foyer del Théâtre-Francais. La celebre statua di Voltaire seduto, destinata prima all'Accademia e poi offerta ai commedianti, comparve al Salon del 1781.
H. aveva scolpito numerosi busti del grande uomo: il Museo Saint-Jean di Angers conserva un busto di grandezza naturale tagliato alle clavicole, con la testa calva; in un secondo tipo di busto il Voltaire è rappresentato con la parrucca e l'abito da sera, in un terzo calvo e con la toga all'antica sulle spalle, Alla morte del Voltaire H. gettò il gesso delle mani del cadavere, che gli servì per il bozzetto di un primo progetto di statua: quelle mani scheletriche che afferrano le braccia della poltrona all'antica su cui si curva la figura, la testa scarna quasi altrettanto realistica del busto da cui sorge, il viso pervaso da uno spirito folgorante, contrastano in modo impressionante con l'ampia toga. Caterina di Russia acquistò dopo la morte del Voltaire numerosi esemplari dei varî tipi di busti, poi su consiglio del barone Grimm ordinò una replica in marmo del Voltaire seduto.
Tra il 1777 e il 1778 l'artista eseguì una quarantina di meravigliosi busti di ogni sorta di celebrità. Ricordiamo quelli, varie volte ripetuti, del Rousseau, di cui lo scultore aveva gettato la maschera funebre; del D'Alembert, offerto all'Accademia; del Buffon (Louvre e Ermitage); di Luigi XVI, in marmo (Versailles, Castello); del Franklin (terracotta, al Louvre). Col Franklin, nel 1785, H. si recò in America, ove si trattenne brevemente per prepararvi la statua di G. Washington, che solo nel 1796 fu eretta in marmo nel Campidoglio di Richmond. Dei numerosi busti del Washington il Louvre conserva una superba terracotta (1786). Ritornato dall'America eseguì gli stupendi busti delle sue bimbe.
La Rivoluzione non interruppe l'attività di H. Il comune di Parigi gli commise i busti del Bailly, presidente della Costituente, del La Fayette e del Necker, che comparvero al Salon del 1791 vicino a quello del Mirabeau. Negli ultimi venti anni la produzione dello H. decade, ma non cessa perciò la sua attività. Il museo di Digione possiede una celebre terracotta di Napoleone all'antica. Colpisce la freddezza dei busti del Ney, dell'imperatore da generale, di Giuseppina; e il Voltaire in piedi del Pantheon segna la definitiva decadenza. Seguitò H. ad avere grande fama, ma quando espose per l'ultima volta (salon del 1814) un busto di Alessandro I, la sua arte contrastava con il classicismo ormai in voga.
Bibl.: G. Giacometti, Le statuaire J.-A. Houdon et son époque, Parigi 1919; A. Bertini Calosso, Il San Giovanni Battista di J. A. Houdon, in Dedalo, III (1922-1923), pp. 289-307; H. Vollmer, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XVII, Lipsia 1924; Catalogue de l'exposition du centénaire de H., Versailles 1928; L. Réau, H., Parigi 1930; E. Maillard, H., Parigi 1931; L. Réau, L'iconographie de H., in Gaz. des Beaux-Arts, 1933, pp. 157-172.