AICARD, Jean
Poeta e autore drammatico, nato a Tolone nel 1848, morto a Parigi nel 1921, membro dell'Accademia francese. Scrisse varî volumi di liriche romantiche e racconti assolati e coloriti su persone e costumi del suo Mezzogiorno; e, per l'ispirazione famigliare e bonaria e per la forma facile e spontanea, alcune sue opere ebbero larga diffusione, come i Poèmes de Provence (1874), la Chanson de l'enfant (1876), Jésus (1896), l'idillio provenzale Miette et Noré (1889), i romanzi Le roi de Camargue (1890) e Maurin des Maures (1908).
Per il teatro ridusse con libertà l'Otello di Shakespeare e compose varî drammi in versi, non privi d'efficacia drammatica, ma spesso enfatici e artificiali, dove in fiumi di parole sonore si perdono, inavvertiti, i freschi corsi d'acqua e le semplici parole schiette di alcuni movimenti lirici d'innegabile delicatezza e gentilezza. Più noto in Italia fu un suo dramma, Papà Lebonnard, famoso cavallo di battaglia di Ermete Novelli. Questi adattò alla sua persona una patetica figura d'orologiaio che, nel dramma rappresentato a Parigi, imitando atteggiamenti prosastici e conversativi della poesia alla Coppée (Les Humbles, Intimités), esprimeva in pallidi alessandrini sentimenti commossi e commoventi. Tali sentimenti però ebbero tutto il loro effetto sul pubblico solamente quando furono espressi in semplice prosa. Infatti il Papà Lebonnard, ch'ebbe in Francia un mediocre successo, fu dal Novelli rappresentato in Italia, in prosa, migliaia e migliaia di volte con memorabile fortuna.
Bibl.: J. Calvet, La poésie de J. Aicard, Parigi 1909; id., La prose de J. Aicard, Parigi 1913.