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PRESSON ALLEN, Jay

di Patrick McGilligan - Enciclopedia del Cinema (2004)
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Presson Allen, Jay (nata Presson, Jacqueline)

Patrick McGilligan

Commediografa, scrittrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica statunitense, nata a Forth Worth (Texas) il 3 marzo 1922. Sebbene non abbia scritto numerosi film, la P. A. è stata una delle poche sceneggiatrici di primo piano degli anni Sessanta. Adattando per il grande schermo sue commedie o romanzi, ha delineato personaggi ricchi di verve, fantasiosi e duttili nell'affrontare i problemi della vita, soprattutto quelli di coppia. Anche se preferisce farsi chiamare Jay Allen, il nome completo con cui compare nei titoli è Jay Presson (il suo cognome da nubile) Allen (il cognome del marito, il produttore Lewis Maitland Allen).

Nei primi anni Quaranta per diventare attrice si trasferì a New York, dove tornò, dopo il primo matrimonio che l'aveva portata a Los Angeles e l'aveva spinta a scrivere il suo primo romanzo, Spring riot (1948), per dedicarsi totalmente alla scrittura. Affinò prima il mestiere nei programmi televisivi 'dal vivo' per poi cimentarsi come commediografa a Broadway. Il suo primo lavoro per il cinema fu l'adattamento, scritto con Edward Anhalt, di una sua commedia per il film diretto da John Rich, Wives and lovers (1963; Tra moglie e marito). Ma fu il suo primo grande successo teatrale, The prime of Miss Jean Brodie, rappresentato a Londra, ad attirare su di lei l'attenzione del regista Alfred Hitchcock e a fruttarle il primo incarico a Hollywood: la sceneggiatura di Marnie (1964). Il film, tratto da un romanzo di W. Graham, ha per protagonista una cleptomane frigida che viene 'guarita' grazie all'amore del marito e a un'indagine psicologica sulle radici delle sue ossessioni. Dopo The prime of Miss Jean Brodie (1969; La strana voglia di Jean) di Ronald Neame, versione cinematografica della commedia della P. A. che a sua volta aveva adattato un romanzo di M. Spark, George Cukor diresse Travels with my aunt (1972; In viaggio con la zia), un adattamento da G. Greene scritto dalla P. A. in collaborazione. Sempre nel 1972 uscì Cabaret, diretto magistralmente da Bob Fosse, ottimo adattamento cinematografico (per il quale la P. A. ottenne una nomination all'Oscar) di una pièce rappresentata a Broadway e poi trasformata in musical, ispirata alla raccolta di racconti Goodbye to Berlin di Ch. Isherwood, che descrive i vizi, l'antisemitismo e il nazismo nascenti nella Germania dei primi anni Trenta. L'anno successivo la P. A. sceneggiò Forty carats (La signora a quaranta carati) di Milton Katselas, adattando una commedia teatrale francese di P. Barillet e J.-P. Grédy, e The borrowers, film televisivo per bambini, cui seguirono il prevedibile per quanto piacevole sequel di Funny girl (1968), Funny lady (1975) di Herbert Ross, scritto con Arnold Schulman, e Just tell me what you want (1980; Dimmi quello che vuoi), una commedia particolarmente graffiante diretta da Sidney Lumet, coprodotta dalla P. A. che scrisse la sceneggiatura (insignita del David di Donatello) adattando un suo romanzo. La collaborazione con Lumet è proseguita per altri due film: ha infatti coprodotto e scritto (condividendo con il regista la sua seconda nomination all'Oscar) la sceneggiatura dai toni fortemente realistici di Prince of the city (1981; Il principe della città), ispirato all'inchiesta condotta da R. Daley sul mondo corrotto e violento della polizia newyorkese, cui ha fatto seguito Deathtrap (1982; Trappola mortale) basato su una commedia poliziesca di I. Levin.

Scontenta delle tendenze attuali dell'industria cinematografica, ha limitato il suo impegno nel cinema a costose revisioni di testi (evitando di far comparire il suo nome nei credits), mentre come autrice ha continuato a lavorare per film televisivi (tra cui si ricorda Tru, 1989, che riprende uno dei suoi ultimi successi teatrali, un monologo su T. Capote) e a occuparsi occasionalmente di regie teatrali.

Bibliografia

P. McGilligan, Jay Presson Allen: writer by default, in Backstory 3. Interviews with screenwriters of the 60's, Berkeley-Los Angeles-London 1997, pp. 15-42.

Vedi anche
sir Alfred Hitchcock Hitchcock ‹hìčkok›, sir Alfred (Alfred Joseph) . - Regista cinematografico inglese naturalizzato statunitense (Londra 1899 - Los Angeles 1980). Tra i maggiori registi cinematografici del Novecento, il suo prestigio di indiscusso maestro nell'orchestrare la suspense all'interno della struttura del film ... Fosse, Robert, detto Bob Fosse ‹fós›, Robert, detto Bob. - Regista cinematografico statunitense (Chicago 1927 - Washington 1987). Dopo un'attività di ballerino e coreografo passò nel 1962 alla regia teatrale; nel cinema ha esordito con Sweet Charity (1969), gradevole rifacimento musicale delle felliniane Notti di Cabiria. Il ... Sidney Lumet Regista cinematografico statunitense (Filadelfia 1924 - New York 2011); dapprima attore teatrale, poi regista televisivo, H. Fonda lo volle regista di Twelve angry men (La parola ai giurati, 1956). Abile direttore di attori, ha saputo esprimere, specialmente nel genere poliziesco, una spregiudicata analisi ... Pinter, Harold Pinter ‹pìntë›, Harold. - Drammaturgo inglese (Londra 1930 - ivi 2008). Scrittore tra i più complessi e originali della sua generazione, Pinter, Harold si formò come attore per poi esordire come autore teatrale. Le sue opere sono basate su situazioni psicologiche che hanno come temi la coesistenza nella ...
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Vocabolario
vee-jay
vee-jay 〈viiǧéi〉 (o veejay) s. ingl. [trascriz. in grafia ingl. della pronuncia della sigla vj, per video jockey, sul modello di dee-jay] (pl. vee-jays 〈viiǧéi∫〉), usato in ital. al masch. e al femm. – Video jockey.
dee-jay
dee-jay ‹diiǧèi› (o deejay) s. ingl. [trascriz. in grafia ingl. della pronuncia della sigla dj, per disc jockey] (pl. dee-jays ‹diiǧèi∫›), usato in ital. al masch. e al femm. – Disc jockey.
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