Tomeo, Javier
Tomeo, Javier. – Scrittore e drammaturgo spagnolo (n. Quicena, Huesca, 1932). Laureato in giurisprudenza e criminologia all’università di Barcellona, esordisce negli anni Sessanta con i romanzi El cazador (1967) e Ceguera al azul (1969). La sua prosa si distingue per un umorismo corrosivo, spesso ai limiti dell’assurdo, e per un’attenzione agli aspetti inquietanti della vita apparentemente ʽnormaleʾ di tanti esseri umani. Tra le opere recenti, il romanzo La soledad de los pirómanos (2001) e Cuentos perversos (2002; trad. it. Racconti perversi, 2007), raccolta di brevi storie che hanno per protagonisti creature solitarie e sconcertate dall’esistenza. L’isolamento e la solitudine sono il motore anche del successivo La mirada de la muñeca hinchable (2003), sul dialogo impossibile tra un uomo e la sua bambola gonfiabile. Los nuevos inquisidores (2004) riunisce racconti scritti a partire dagli anni Cinquanta, molti dei quali inediti. El cantante de boleros (2005) racconta la monotona vita di un altra figura solitaria, mite, ingenua e soggiogata dal sistema. Affronta il tema della licantropia contemporanea (la presenza di animali è un’altra costante della sua narrativa) il successivo La noche del lobo (2006), mentre il divertente Los amantes de silicona (2008) racconta la storia di un monotono matrimonio ravvivato in modo decisamente insolito. Caratteristica comune della sua scrittura è il tono sempre privo di enfasi e in grado di cogliere, mettendo la realtà sotto il prisma dell’assurdo, ogni crepa dell’esistenza. Anima il più recente lavoro, Pecados griegos (2009), il dialogo tra Fedra e un nano veggente.