ROIG, Jaume
Scrittore catalano, nato a Valenza verso la fine del sec. XIV, ivi morto nel 1479. Fu medico della regina Maria, moglie di Alfonso V il Magnanimo, e nei suoi ultimi anni esercitò la carica di esaminatore dei medici e speziali. Partecipò alle gare letterarie del suo tempo e scrisse liriche in lode della Vergine (1474); ma la sua fama è legata a un poema in quattro libri, composto verso il 1460, in "noves rimades" a successione di quadrisillabi, dal titolo Spill o Libre de consells o anche Libre de les Dones (Valenza 1531), con una Consulta o prefazione diretta a Mossen Johan Fabra.
È una biografia fittizia dell'autore; il quale, sul tipo che verrà di moda col romanzo picaresco, narra in forma garbatamente ironica, con vivacità di spunti satirici e realistici, la sua vita sconsolata. La sua giovinezza è piena di crucci e di rischi, perché trascorsa al servizio di un capo bandito; la sua adolescenza è fatta di dolorosi ammaestramenti a Parigi, dove assiste all'impiccagione di molte donne dissolute; i suoi tre matrimonî sono un disastro continuo per la malvagità del sesso debole, contro il quale, o giovanette o spose o monache, lancia la sua satira con linguaggio crudo e talvolta volgare e brutale. Salomone, ehe gli appare in sogno, lo distoglie dal quarto matrimonio e lo sprona alla vita cristiana; e allora il poeta esalta Maria Vergine, l'unica donna senza peccato. Siamo nella letteratura misogina di stampo medievale, di cui sono espressione le Lamentazioni di Mateolo, il Corbaccio boccaccesco e nella Spagna il Corbacho dell'Arcipreste de Talavera. Forse il R. conobbe i suoi predecessori; ma in genere procede per conto suo e, riflettendo idee e pregiudizî del suo tempo, con franca disinvoltura si abbandona al fiotto della sua ispirazione capricciosa e ai richiami della sua fantasia svagata e avida del particolare significativo. Il suo tono oscilla tra la serietà didascalica e il sorriso malizioso ed è quasi sempre, nella critica caustica e spietata e nello stile ansimante e rifranto, strettamente aderente alle cose, acutezza d'ironia e gioia dell'espressione arguta e salace. Lo Spill fu tradotto in latino e commentato da Gaspar Guerau de Montmajor, e la sua larga diffusione nel Cinquecento sta in opposizione all'estremo idealismo neoplatonico che avvolgeva la donna, e contro il quale reagiva indirettamente la più lontana tradizione medievale.
Ediz.: Spill o Libre de les dones, a cura di R. Chabàs, Barcellona 1905.
Bibl.: M. Milá y Fontanals, Obras completas, III, p. 143 segg.; J. Serrano Cañete, Recuerdo apologético de J. R., Valenza 1883; A. Morel-Fatio, Rapport sur une mission philologique à Valence, Parigi 1885.