CSOKONAI (pron. cióconai), János (Giovanni) Vitéz
Poeta ungherese nato a Debrecen il 17 novembre 1773, morto ivi il 28 gennaio 1805. Appartiene al grande periodo del rinascimento ungherese, iniziatosi nel 1772, nel quale fu il precipuo rappresentante della tendenza popolare. Appena adolescente, alunno del celebre Collegio di Debrecen e già autore di versi, s'impadronì presto delle lingue classiche e di varie moderne. A diciotto anni, a imitazione dell'Eneide travestita dal Blumauer, compose una Batracomiomachia, interessante per le allusioni alle vicende storico-politiche della sua patria. A ventiquattro anni collaborava all'Urania del Kármán. Nominato "professor publicus", fu dopo poco rimosso dall'ufficio perché male si adattava alle severe regole del Collegio. Da allora la sua vita fu un continuo errare di città in città, lottando con la miseria e con la tisi che lo minava e alla quale soccombé a soli trentadue anni.
Sebbene l'opera sua ancora oggi più nota e più letta sia il poema eroicomico Dorottya (Dorotea) ovvero il trionfo delle dame sopra il Carnevale (1804), le sue doti di poeta e di stilista - nell'uso dei metri classici ebbe a maestro e ad esempio Giovanni Földi - emergono nella lirica amorosa (Lilla, 48 canti sentimentali in tre libri, 1793-1802) e anacreontica (da lui per primo coltivata), e soprattutto nei numerosi canti ispirati o imitati dalla fresca e ingenua musa popolare. Poeta soggettivo, fu infelice nei tentativi drammatici. Lasciò incompiuta l'epopea Árpád. Dalle critiche del Kölcsey e del Kazinczy lo difese il Toldy (Geschichte der ugrischen Dichtung, Pest 1863, pp. 422 e 424-28). L'ultima edizione delle sue opere è quella in 3 voll. uscita a Budapest nel 1925.