KÁDÁR, János
(App. III, I, p. 942)
Uomo politico ungherese, morto a Budapest il 6 luglio 1989. Riconfermato Segretario generale del Partito comunista (POSU, Partito Operaio Socialista Unificato) dal 1970 al 1985, proseguì, pur nel contesto di una stretta alleanza con l'URSS, una politica di apertura nei confronti di alcuni paesi europei, convinto che il rafforzamento dell'Ungheria passasse attraverso più stretti legami con l'Occidente. Nel 1970 strinse un accordo commerciale con la Germania federale con cui, dal 1973, furono stabilite relazioni diplomatiche; e negli anni successivi si recò in visita ufficiale in Austria (1976), in Italia (1977), in Francia (1984). Furono anche normalizzate le relazioni con il Vaticano, dopo l'amnistia concessa al cardinale J. Mindszenty nel 1971. All'interno incoraggiò da un lato l'iniziativa privata e la produttività, dall'altro introdusse blandi elementi di democratizzazione: in questa direzione si pose la nuova legge elettorale del 1983, che rendeva obbligatoria la presentazione di due candidati per ognuno dei seggi dell'Assemblea.
Nel maggio 1988 lasciò il posto di Segretario generale per assumere quello, puramente formale, di Presidente del partito. Nel maggio 1989, a causa di una grave malattia, si ritirò dalla vita politica.