AQUILA, János
Pittore ed architetto ungherese. Nato verso il 1350 a Regede (oggi Radkersburg in Austria), nel 1405 viveva ancora. Dipinse affreschi nelle chiese dell'Ungheria occidentale, l'antica Pannonia, a Velemér, Fótlak, Furnicse, Mártonhely. Negli affreschi di Furnicse, che sono la sua opera maggiore, rappresentò la leggenda del cavalleresco re S. Ladislao, tema preferito dei frescanti ungheresi dell'epoca. Negli affreschi di Mártonhely (1392) dipinse il proprio autoritratto in vestito ungherese, con la sciabola, e vi mise la sua firma. Fu, come attesta un'iscrizione, anche l'architetto della chiesa parrocchiale di Mártonhely. Alcuni, per il suo nome, lo ritennero di origine italiana, ma il nome "Aquila", che risulta da iscrizioni latine, può essere anche la versione di un nome ungherese, o semplicemente un soprannome latino, dato che in Ungheria il latino fu lingua ufficiale fino al principio dell'800 e che gran parte della letteratura medievale in Ungheria fu latina. Se anche egli fosse stato di origine italiana, certo, nell'autoritratto, dal costume e dal volto appare già magiarizzato. Il suo stile, pur derivato da affreschi e miniature ungheresi, rivela influssi della pittura dell'Italia settentrionale: fatto naturale, se si considera la intensa penetrazione italiana nell'arte ungherese, specie nel '300, quando in Ungheria regnarono gli Angioini. L'A. dalle sue opere certe appare narratore facile e piano con un vivo senso del movimento e, nelle figure isolate, con una certa grandiosità squisitamente decorativa. Egli è il migliore, e, nello stile, il più aulico dei numerosi frescanti ungheresi del '300.
Bibl.: F. Römer, Régi fallképer Magyar országon, Budapest 1874, pp. 13-57; id., in Mittheil d. Centralkomission, 1874; Archaeologiai Ertesitö, 1873, p. 299; 1874, p. 13; 1875, pp. 1, 37; 1876, p. 119; 1878, p. 318; 1879, p. 361; 1887, pp. 37, 118; 1890, p. 336; 1897, p. 34; A. Ipolyi, A magyar mëtörténeti emlékek tanulmánya, Budapest 1878, p. 49.