PORUKS, Jānis
Scrittore lettone, nato a Druviena il 13 ottobre 1871, morto a Tartu (Dorpat) il 25 giugno 1911. Figlio di un agricoltore fu educato nello spirito della setta degli Herrnhuter; s'interessò sin da quando frequentava la scuola parrocchiale (1885-87) alle antiche civiltà, che evocò nel racconto Romas atjaunotāji (I rinnovatori di Roma, 1900). Diplomatosi nel 1889 alla scuola civica di Cēsis, frequentò (1889-92) poi la scuola preparatoria del politecnico di Riga; nel 1893-94 studiò in Dresda musica e letterature. Tornato in patria nel 1894, si dedicò alla letteratura e scrisse fra altro le seguenti novelle, caratteristiche per la sua arte: Pērëu zvejnieks (1895, Il pescatore di perle) e Sirdsškīstie ëaudis (1896, Coloro che hanno un cuore puro). Nel 1897-99 il P. studiò chimica al politecnico di Riga, ma già alla fine del 1901 veniva ricoverato in una clinica per malattie nervose, dalla quale fu tuttavia presto rilasciato; lavorò quindi intensamente sino al 1906. Sempre più sopraffatto dalla malattia, fu costretto a passare gli ultimi anni della sua vita (1907-1911) in una clinica per malattie mentali.
Sebbene malato, il P. fu uno dei più geniali scrittori lettoni, come lirico e come prosatore. Le sue poesie, circa 400, si distinguono più che per la forma, per la profondità d'animo e la ricchezza di sentimenti, scevri da qualsiasi artificio. I motivi principali che ispirano la lirica del P. sono l'amore, la solitudine e il dolore. "L'amore è al microcosmo quello che il sole è al macrocosmo", è la formola della vita e dell'arte del P. Nelle prose il P. si rivela un romantico tipico: i suoi eroi, profondamente radicati nella tradizione degli Herrnhuter e nei secolari costumi del popolo lettone, trapiantati in città o in civiltà straniere, sono destinati a soccombervi, giacché cercano nuove vie senza essere preparati alla lotta. Nell'opera del P. troviamo molti elementi soggettivi e autobiografici; i prototipi da lui conosciuti nella vita sono rielaborati secondo una visione interna e assumono valore simbolico. La forma in cui si esprime il pensiero del P. è aforistica; in Platone, Nietzsche e Schopenhauer cercò conforto al contrasto creato dalla finezza del suo intelletto in lotta con il suo cuore di credente; la sua concezione del mondo è un amalgama di idealismo cristiano e di panteismo goethiano.
Le opere complete del P. sono uscite nel 1905-8 in 5 volumi, nel 1913-14 in 6 volumi con biografia di J. Līgotnis, nel 1924-25 in 10 volumi con biografia di A. Goba, nel 1930 in 20 volumi con una monografia di R. Egle. Nel 1922 è stata pubblicata una traduzione tedesca delle novelle scelte (J. Poruks, Novellen, in Lettische Literatur, Riga).