JAUNSUDRABIN Š, Jānis
Scrittore e pittore lettone, nato a Nereta in Curlandia il 25 agosto 1877; residente dal 1944 in Germania come esule. La sua attività s'indirizzò inizialmente verso l'agricoltura; studiò poi disegno nella Scuola di Bluhm a Riga, perfezionandosi a Berlino e a Monaco. Come pittore impressionista fece mostre personali fin dal 1905 (alcune sue opere nei musei di Riga e di Liepaja); ma forse la sua arte si manifesta più squisitamente nei disegni coi quali illustrò una sua opera per l'infanzia, Baltā Grāmata ("Il libro bianco", 1914). Negli anni precedenti la prima guerra mondiale, assunse la direzione a Riga di alcune riviste (1906-07).
Il suo esordio come poeta risale al 1906, con visioni pacate del suo paese. Le raccolte di liriche Dzejoli ("Canzoni", 1911), Dziesminieks ("Canzoniere", 1912), Dzejas ("Poesie", 1921) sono espressione di quella beatitudine che dà la sofferenza serenamente accettata. Nel dramma Traǧedija ("Tragedia", 1907), J. trova la sua espressione più genuina in un realismo tra romantico e umoristico. Nelle sue quasi quaranta opere narrative il fondo sostanziale è sempre costituito dalla Natura; così in uno dei primi racconti, Vēja Ziedi ("Fiori del vento", 1907), e più ancora nel citato Baltā Grāmata, finché questo elemento fondamentale assume la parte di protagonista nell'autobiografia Ar makšk???eri ("Con la lenza", 1921). Nei suoi romanzi trattò passioni sincere, quasi primordiali, nel dipinger le quali lo scrittore non arretra neanche di fronte agli aspetti più sconcertanti. I suoi romanzi più popolari sono: la trilogia Aija (1911), Atbalss ("L'eco", 1914), Ziema ("L'inverno", 1924), e inoltre Jaunsaimnieks un velns ("Il contadino e il diavolo", 1933), Neskaties saulē ("Non guardare nel sole", 1936), Nauda ("Il danaro" 1942). Fra le dodici opere teatrali dell'J. notevoli sono i drammi Pirmais sniegs ("La prima neve") e il già citato Traǧedija, che hanno il sapore del decadentismo di quegli anni; le commedie Jo pliks jo traks ("Quanto spoglio, tanto più baldanzoso"), Zvēru dīdītājs ("Il domatore delle fiere"), Ezermalu krokodilis ("Il coccodrillo di Ezermali"), tutte rappresentate con successo nel ventennio 1919-39 nei teatri lettoni. La tragicommedia Invalids un Ralla ("L'Invalido e Ralla," 1934) artisticamente è forse la più compiuta.
Bibl.: A. Prande, Latvju Rakstniecība portrejās, Riga 1926; R. Egle, Latvju Lirika, Riga 1934; Latvju Enciklopedija, Stoccolma 1951; E. Blese, Storia della letteratura lettone, in Storia delle letterature baltiche, a cura di G. Devoto, Milano 1957.