ZAMOYSKI (anche Zamojski), Jan (Johannes Sarius Zamoscius)
Uomo di stato, condottiero e umanista polacco, nato il 19 marzo 1542 a Skokówka da Stanislao, prefetto di Belz, e da Anna Herburt; morto il 3 giugno 1605. Dopo avere studiato tra il 1557 e il 1560 alla Sorbonna e al Collegio di Francia e avere frequentato per alcuni mesi a Strasburgo la scuola di Giovanni Sturm, Z. si trasferì, nella primavera del 1561, a Padova. Iscritto alla "universitas iuristarum", divenne rapidamente allievo prediletto di Carlo Sigonio: lo appoggiò strenuamente nella sua lotta contro Francesco Robortello e scrisse sotto la sua guida l'opera De Senatit Romano, pubblicata a Venezia nel 1563. Nello stesso anno fu eletto rettore dell'università dei giuristi e come tale, curò, corredandola di una prefazione, la pubblicazione dei nuovi regolamenti universitarî. Decisivo per la formazione intellettuale e culturale (amava dire di sé Patavium virum me fecit) del giovane energico, colto, intelligente e ambizioso, il soggiorno a Padova ebbe anche una grande importanza per la sua futura carriera politica. Dopo il suo ritorno in patria, nel 1565, il re Sigismondo Augusto, cui era stato caldamente raccomandato dal Senato veneziano, lo volle subito fra i suoi segretarî, e, apprezzandone le doti di storico e di giurista, gli affidò il riordinamento dell'archivio della corona polacca. La conoscenza profonda che, con sistematicità di studioso, ma con animo di uomo politico, acquistò, in questo impiego, delle antiche deliberazioni delle diete e del senato, fece ben presto di Z. uno dei capi della media nobiltà, proprio allora in pieno fervore di ascesa politica. Quando nel 1572, dopo la morte dell'ultimo jagellonide, si dovettero fissare le modalita per l'elezione di un nuovo re, le capacità politico-demagogiche di Z. si rivelarono appieno. Sfruttando abilmente le rivalità fra i magnati, Z. ottenne che l'elezione si svolgesse sulla base del voto diretto, universale (viritim) di tutta la nobiltà, e con ciò assicurò la vittoria del proprio candidato antiasburgico: Enrico di Valois. Nel secondo interregno la sua potenza apparve ancora più consolidata: ancora una volta vinse il suo candidato, il principe transilvano Stefano Báthory, che, grato al suo promotore, lo nominò prima (1576) vicecancelliere e poi (1578) cancelliere della corona, sicché, sin dai primi anni del felice regno di Báthory, si avvertì, tanto nella politica interna, quanto in quella estera, la presenza, gia esperta e sicura di sé, del giovine Z. Non solo, ma il Báthory si accorse presto anche del talento militare del suo collaboratore, e, dopo averlo avuto compagno nelle prime imprese militari, gli conferì, nel 1581, il bastone di etmanno (carica che, contro le consuetudini sino allora vigenti, fu per lui resa vitalizia), rivenendo così nelle sue mani, oltre al potere politico, anche quello militare. La versatilità del talento dello Z. si manifestò soprattutto nella sua condotta energica durante l'assedio di Pskov (1581) e nell'abilità con cui condusse dal campo le difficili trattative di pace (1582) coi delegati di Ivan il Terribile. Nella sua politica, Z., che dopo il suo matrimonio con Griselda Báthory (1583) strinse ancora più intimi legami col re, ebbe sempre contro di sé il partito asburgico degli Zborowski. L'energia con la quale egli agì contro questa famiglia (ne fece giustiziare il capo Samuele nel 1584) non valse a domarla completamente. Anzi dopo la morte del Báthory gli Zborowski si risollevarono, potentissimi. Ma per la terza volta Z. ebbe il sopravvento, e per la terza volta impose l'elezione del proprio candidato: Sigismondo Vasa. E siccome, poco dopo la designazione della maggioranza della nobiltà, anche il partito asburgico procedette all'elezione del proprio candidato, l'arciduca Massimiliano. fratello dell'imperatore Rodolfo, Z. lo attaccò presso Cracovia, ne sgominò l'esercito con fulminea mossa strategica e lo condusse prigioniero al proprio castello di Zamość. Ma tra il nuovo re e il suo cancelliere scoppiò presto, per diversità di temperamento e di vedute politiche, un forte dissidio. Sempre fermo nella sua politica antiasburgica, Z. costrinse il re, nella dieta inquisitoria del 1592, a ritrattare i suoi segreti accordi con gli Asburgo. A questo antagonismo tra il Vasa e lo Z. sono dovute, da parte di questi, alcune imprese politico-militari quasi del tutto personali: così, per es., la sua ingerenza negli affari della Moldavia che per un breve periodo estese la sovranità della Polonia fino alle sponde del Danubio. Ma dove interessi nazionali lo richiedevano, Z. non esitava a collaborare col re e la nuova campagna per il possesso della Livonia, al principio del sec. XVII, vide, ancora una volta, l'etmanno sessantenne a capo dell'esercito polacco.
Piuttosto povero, quando iniziò la sua carriera politica, Z., amministrando saggiamente i beni che via via riceveva in appannaggio e comperando sempre nuove terre coi redditi che ne ricavava, divenne, verso la fine della sua vita, di gran lunga il più ricco proprietario terriero della Polonia. Intorno al 1600 egli possedeva, tra appannaggi e terre proprie, più di 17.000 kmq. con 22 città e 800 villaggi. Il carattere sistematico e costruttivo del suo talento si rivela anche nel razionale sfruttamento dei suoi possedimenti e nell'incremento che in essi diede all'artigianato e alle piccole industrie.
Tacciato spesso, e non a torto, di essere avido di ricchezze, Z. non lesinava spese, quando erano in giuoco il proprio prestigio e le proprie ambizioni culturali. In due decennî costruì intieramente la città di Nowv Zamość, sua nuova residenza; e mentre non ebbero successo i suoi progetti di una riforma radicale dell'università di Cracovia (aveva invitato invano parecchi maestri italiani, fra cui lo stesso Sigonio, a venire ad insegnarvi), Z. fondò nel 1594 a Nowy Zamość una propria accademia, che egli mantenne a spese proprie e diresse con fede e passione di vero umanista.
Bibl.: Dell'enorme mteriale (lettere, discorsi, ecc.), riguardante J. Z., sono stati pubblicati sinora solo tre volumi: Archiwum Jana Zamoyskiego, Varsavia 1904-13.
R. Heidenstein, Vita Joannis Zamoyscii, pubbl. nel 1861 a Poznán (nel vol. Collectanea vitam resque gestas J. Zamoyscii illustrantia); W. Nowodworski, Lata szkolne J. Zamojskiego (Gli anni di scuola di J. Z.), in Rozprawy dell'Accademia di Cracovia 1900; W. Sobieski, Trybun ludu szlacheckiego (Il tribuno del popolo nobiliare), Varsavia 1905; St. Łempicki, Działalność Jana Zamojskiego na polu szkolnictwa (Attività di J. Z. nel campo scolastico), Cracovia 1922; id., Il cancelliere J. Z. e l'università di Padova, in Omaggio dell'accademia polacca... all'univ. di Padova..., ivi 1922; A. Tarnawski, Działalność gospodarcza J. Zamojskiego (Attività economica di J. Z.), Leopoli 1935.