Pittore (Schoorl, Alkmaar, 1495 - Utrecht 1562). Si formò negli studî di Alkmaar e Amsterdam, e fu per qualche tempo allievo di J. Gossaert a Utrecht. Nel 1519 fu a Strasburgo, a Basilea, a Norimberga, dove conobbe Dürer, e in Carinzia; giunto a Venezia nel 1520, s'imbarcò per la Terrasanta. Al ritorno andò a Roma (1522), dove conobbe l'opera di Raffaello e di Michelangelo, e ottenne la protezione di papa Adriano VI, originario di Utrecht, che lo nominò conservatore delle collezioni del Belvedere (carica già ricoperta da Raffaello). Alla morte del pontefice S. tornò a Utrecht, dove fu canonico del capitolo di S. Maria e dove rimase, tranne brevi viaggi a Breda, Malines (1532) e in Francia (1540), forse Fontainebleau. La sua complessa formazione arricchì l'arte di S. senza allontanarlo dalla tradizione artistica dei Paesi Bassi, della quale fu un originale e alto esponente. Nel trittico di Obervellach (1519, S. Martino), eseguito per i Frangipane e i Wellenburg, l'influsso di Dürer si nota soprattutto negli sfondi, dipinti con grande precisione realistica che fa pensare all'uso di schizzi dal vero, ed eseguiti in modo da accompagnare e sottolineare la disposizione dei gruppi di figure. Così ricordi precisi di paesaggi di Terrasanta riaffiorano nella parte centrale (Entrata di Gesù a Gerusalemme) del trittico Lochorst (1526-27, Utrecht, Centraal Museum). Dal suo contatto con l'ambiente artistico veneto nascono suggestioni significative soprattutto nella realizzazione dei paesaggi, come in Tobia e l'angelo (1521, Düsseldorf, Kunstmuseum) o nelle Stimmate di s. Francesco (Firenze, Galleria Palatina); ricordi del soggiorno romano sono nella Presentazione al tempio (1535 circa, Vienna, Kunsthistorisches Museum) inserita in un'architettura classica italianeggiante. Tra le grandi pale d'altare, celebrate dai suoi contemporanei, particolarmente significative sono quella del museo di Douai e quella di Breda (1540, Grote Kerk), dalla composizione ampia e articolata, ricca di citazioni archeologiche. Ancora tra le sue opere si possono ricordare una Maria Maddalena, una Betsabea (Amsterdam, Rijksmuseum), un Battesimo di Cristo (Haarlem, Frans Hals Museum), un S. Sebastiano (Rotterdam, Museum Boymans-van Beuningen). Ma forse la parte più preziosa e originale della sua attività artistica sono i ritratti, da quello della sua compagna Agathe van Schoonhoven (1529, Roma, galleria Doria Pamphili) ai ritratti di gruppo dei Pellegrini di Gerusalemme (1525-35, Utrecht, Centraal Museum e Haarlem, Frans Hals Museum), all'origine del ritratto collettivo fiammingo e olandese. Maestro di M. van Heemskerck e di A. Moro, fu anche un valente architetto e tecnico idraulico.