Troell, Jan
Regista cinematografico svedese, nato a Limhamn il 23 luglio 1931. L'originalità del suo stile filmico, in cui la lirica del paesaggio e l'interesse per l'attualità acquistano valore e si pongono come efficaci alternative alla ricerca introspettiva di estrazione bergmaniana, ha consentito a T., a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, di imporsi quale nuovo talento del cinema svedese, ottenendo numerosi e importanti riconoscimenti. Ha vinto infatti al Festival di Berlino l'Orso d'oro per Ole dole doff (Anghingò) nel 1968 e l'Orso d'argento per la regia di Il capitano (1991) nel 1992; ha inoltre ricevuto le nominations all'Oscar per il miglior film straniero nel 1972 per Utvandrarna (1971; Karl e Kristina) e nel 1983 per Ingenjör Andrées luftfärd (1982, Il volo dell'aquila).
Dopo aver insegnato alla Sorgenfri Primary School di Malmö per nove anni, si dedicò alla realizzazione di brevi documentari sulla vita della cittadina, per poi collaborare con il regista svedese Bo Widerberg. Fedele all'approccio documentaristico alla realtà che già caratterizzava i suoi primi esperimenti amatoriali, nel suo lungometraggio d'esordio, Här har du ditt liv (1966, Ecco la tua vita), tratto da un romanzo di E. Johnson, T., nel raccontare le prime esperienze da adulto di un giovane svedese, curò con attenzione il contesto sociale e culturale sotteso al dipanarsi della vicenda. In polemica con una visione intimista del racconto cinematografico e preferendo una dimensione più ampia, in cui la storia dell'individuo sia colta in rapporto al mondo circostante, alla fine degli anni Sessanta, T. si indirizzò verso tematiche di ispirazione urbana; così in Ole dole doff affrontò la crisi dell'ambiente scolastico mediante la figura di un insegnante che assorbe e al contempo riflette i mali della comunità. La dialettica tra sfera pubblica e privata sostiene anche il progetto sulla migrazione svedese in Minnesota nel 19° sec., primo vero kolossal della cinematografica del suo Paese, realizzato in due film, Utvandrarna e Nybyggarna (1972; La nuova terra), entrambi con Max von Sydow e Liv Ullmann.
Seguì quindi una breve parentesi statunitense ‒ con Zandy's bride (1974; Una donna chiamata moglie) e poi con Hurricane (1979; Uragano), remake del film di John Ford The hurricane (1937) sul disastro delle isole Pago Pago nel 1920 ‒ in cui l'incisività della sua ispirazione sembrava essersi impoverita rispetto ai film precedenti; ma T. ha mostrato di aver ritrovato l'originalità e l'accuratezza della sua visione già in Bang! (1977), prodotto in patria. La predilezione per ambientazioni che portano i protagonisti a confrontarsi con avversità e privazioni, aprendo diverse e inaspettate chiavi di lettura della realtà, è ancora al centro dei suoi film successivi: Ingenjör Andrées luftfärd, cronaca di una spedizione artica di fine Ottocento, Il capitano, in cui lo studio di un triplice omicidio diventa spunto per una sottile analisi della psiche finlandese, e Hamsun (1996), che smaschera gli ideali nazisti nascosti dietro il patriottismo dello scrittore norvegese K. Hamsun.
Jan Troell. Poet mit der Kamera. Dokumentation, anlässlich der Retrospektive Jan Troell, Filmmuseum München, Lübeck 2001.