ŁASKI, Jan
Riformatore polacco, nato a Łask nel 1499, morto l'8 gennaio 1568 a Pińczów. Figlio maggiore del palatino di Sieradz, Jarosław Ł., deve la sua educazione allo zio, arcivescovo Jan Ł. Studiò, insieme col fratello Hieronim, a Bologna (1513) e Roma (1514). Consacrato sacerdote nel 1521, ottenne presto, grazie all'aiuto dello zio, una serie di benefici e di cariche ecclesiastiche e fu aggregato in qualità di segretario alla cancelleria del re. Negli anni 1524-26 accompagnò il fratello Hieronim nella missione diplomatica all'estero; fu a Padova, Parigi e Bruxelles dove conobbe Erasmo da Rotterdam. Ne comperò la biblioteca, lasciandogliene l'uso sino alla morte, quando la biblioteca fu trasportata in Polonia. Nei suoi viaggi venne a contatto col movimento della riforma, particolarmente con quello di Zwingli, ma, seguace di Erasmo, non ruppe col cattolicesimo e si diede tutto agli studî umanistici. Per un certo tempo si associò al fratello Hieronim nella sua azione in Ungheria e ottenne (1530) dal re Giovanni Zápolya il vescovato di Veszprem, che però non fu confermato dal papa. Dopo la morte dello zio arcivescovo, cadde sempre più in sospetto di favoreggiamento della Riforma. Dimorò ancora qualche anno in Polonia, entrò in rapporti con Melantone e infine, nel 1538, partì per Francoforte sul Meno, per Lovanio e per Emden. Richiamato in patria per affari di famiglia, prestò a Cracovia (1544) il giuramento di non aver abbandonato la dottrina della chiesa cattolica. Ciò nonostante già allora egli si era allontanato dal cattolicesimo; e poco dopo rinunziò ai suoi benefizî, abbandonò la patria e si stabilì a Emden dove riorganizzò la chiesa riformata, secondo i proprî principî che differivano parecchio da quelli del luteranesimo, e introdusse l'insegnamento obbligatorio dei giovani. Il primate Cranmer lo invitò a collaborare all'organizzazione della chiesa anglicana. Nel 1579, avversato dall'imperatore Carlo V, dovette abbandonare Emden. Si stabilì allora (1550) in Inghilterra, dove divenne soprintendente della comunità dei Tedeschi e Olandesi. Con l'aiuto di Jan van Utenhove organizzò questa comunità fissandone il culto secondo le proprie convinzioni: contro i principî del luteranesimo e della chiesa episcopale fece partecipare al governo della chiesa un gran numero di laici; nella questione della Cena condivise i principî di Calvino; ripudiò la parte esteriore del culto e soprattutto ogni dogmatismo. Dopo la morte della regina Maria, Ł. dovette abbandonare l'Inghilterra. Malvisto dai luterani non poté stabilirsi né in Danimarca né in Germania e nel 1556 ritornò in Polonia, ove si adoperò per l'unificazione delle chiese polacche protestanti, procurando di ottenere l'appoggio del re Sigismondo Augusto. Ciò gli riuscì soltanto nella Piccola Polonia, dove organizzò il protestantesimo lottando strenuamente col cattolicesimo. In mezzo a questa attività lo colse la morte. Ma prima di morire aveva già gettato le basi per l'atto più importante nella storia del protestantesimo polacco: il cosiddetto accordo di Sandomierz (1572) fra le tre confessioni: il calvinismo, il luteranesimo e quella dei Fratelli boemi.
La più importante delle sue opere è Forma ac ratio tota ecclesiastici ministerii in peregrinorum, potissimum vero Germanorum ecclesia instituta Londini in Anglia per... regem Eduardum VI a 1550 auctore Joanne a Lasco Poloniae barone (Francoforte 1555). Da menzionare inoltre i due catechismi: quello di Londra e quello di Emden. Edizione delle sue opere a cura di A. Kuyper (Amsterdam 1866).
Bibl.: Copiose informazioni bibliografiche fornisce Estreicher, Bibliogr. polska, XXI; H. Dalton, Johannes a Lasco, Beitrag zur Reformationsgeschichte Polens, Deutschlands und Englands, Gotha 1881 (trad. in inglese e olandese); id., Lasciana, nebst den ältesten evangelischen Synodalprotokollen Polens, 1555-1561, Berlino 1898; J. Pascal, Jean de Lasco, son temps, sa vie, ses œuvres, 1894; A. Brückner, Różnowiercy polscy (Dissidenti polacchi), Varsavia 1905.