Vescovo dell'Unione dei Fratelli Boemi (1500-1572), fu favorevole all'unione dei Fratelli con i luterani della Germania e all'unità di tutte le Chiese riformate. Dopo la rivoluzione del 1547 contro il re Ferdinando, da lui promossa, fu torturato e chiuso per 17 anni nel castello di Křivoklát. In prigione aveva scritto l'opera sua maggiore, Sumovník (Summa theologiae), nella quale tentò di tracciare le basi teologiche e liturgiche della Chiesa dei Fratelli Boemi; questi però espulsero A. (che per uscir di prigione aveva abbracciato l'hussitismo) e rifiutarono il suo libro. Rientrato poi fra le loro file, egli non riuscì tuttavia nel tentativo di fusione delle due chiese riformate.