Jamin Jules-Celestin
Jamin 〈ghamèn〉 Jules-Célestin [STF] (Termes 1818 - Parigi 1886) Prof. di fisica nell'École Polytechnique (1852) e alla Sorbona (1863); socio straniero dei Lincei (1883). ◆ [MCF] Effetto J.: quando in un capillare sono presenti due liquidi diversi separati da una bolla di gas, se si applica una pressione a uno dei due liquidi si ha una ridistribuzione delle pressioni sulle superfici di contatto liquido-gas che tende a ostacolare eventuali moti dei liquidi. ◆ [OTT] Interferometro di J.: denomin. di due diversi tipi di interferometro. (a) Il primo (1856), a due fasci, è schematizzato nella fig., dove si hanno due lamine di vetro dalla facce pianoparallele, piuttosto spesse (4÷6 cm), ricavate da una medesima lastra; si determinano due cammini per il fascio parallelo ottenuto da una sorgente posta nel fuoco di una lente convergente (uno schermo arresta i raggi, tratteggiati, non rifratti oppure rifratti da tutte e due le lamine) e i raggi corrispondenti s'incontrano, interferendo fra loro, su uno schermo d'osservazione all'uscita della seconda lamina; la figura d'interferenza, a larghe frange non localizzate, è osservata nel piano focale di una seconda lente convergente, dove si pone l'occhio dell'osservatore; tale figura varia se s'interpone un campione otticamente trasparente su uno dei cammini dei raggi; l'interesse del dispositivo sta nel fatto che, a causa del notevole spessore delle lamine, i due cammini sono abbastanza separati tra loro (con uno spessore di 4 cm, essi distano circa 3 cm l'uno dall'altro) e ciò facilita grandemente la manovra d'inserzione dei campioni in esame. (b) Il secondo tipo di interferometro (1868) è a polarizzazione e con sdoppiamento laterale dei raggi ordinario e straordinario, sul cammino di uno dei quali si pone l'oggetto trasparente del quale si vogliono studiare le variazioni di cammino ottico (dovute, per es., a irregolarità di spessore); può essere realizzato in dimensioni sufficientemente piccole, tanto da poter essere adattato all'osservazione microscopica di preparati biologici (il primo montaggio di questo genere è dovuto a P.N. Lebedev, 1901, per cui si parla anche di interferometro di J∙-Lebedev): v. microscopia ottica: III 862 e; per osservazioni di questo genere si usa luce monocromatica, nel qual caso le particolarità rifrattive del preparato si traducono in variazioni di intensità della figura d'interferenza, oppure luce bianca, avendosi allora variazioni cromatiche della figura d'interferenza.