SYLVESTER, James Joseph
Matematico, nato a Londra il 3 settembre 1814, ivi morto il 15 marzo 1897. Si laureò all'università di Dublino. Nel 1839 ebbe la cattedra di filosofia matematica nell'University College di Londra. Nel 1841 passò all'università della Virginia (a Charlottesville, S. U. d'America), che lasciò nel 1845; tornato a Londra, vi esercitò per 10 anni l'avvocatura. In tale professione si trovò collega un altro grande matematico, A. Cayley (v.) la cui amicizia, che divenne più tardi una vera collaborazione, lo ricondusse alla scienza. Lo troviamo infatti nel 1855 professore di matematica nella scuola militare di Woolwich, ufficio che abbandonò nel 1870 per ritirarsi a vita privata a Londra. Nel 1870 fu chiamato a una cattedra di matematica nella John Hopkins University di Baltimora di nuova fondazione; di lì passò nel 1884 ad Oxford come professore di geometria. L'età e gli acciacchi lo obbligarono a lasciare l'insegnamento nel 1892. Tornò quindi a Londra, dove finì la sua vita. Due importanti giornali matematici devono la loro fondazione al S.: il Quarterly Journal di Londra (1855), e l'American Journal of Mathematics di Baltimora (1878).
L'opera del Sylvester si svolge per la massima parte nel campo dell'algebra. Le prime sue ricerche riguardano la teoria dell'eliminazione; esse lo condussero al metodo per la formazione del risultante di due equazioni algebriche che porta il suo nome, e che egli chiamò dialitico (da διαλύω "scompongo") perché fondato sull'artificio di considerare le varie potenze dell'incognita come altrettante variabili indipendenti. Appartengono ai suoi anni giovanili anche le ricerche sulle funzioni di Sturm (v.), con il quale ebbe contatti a Parigi; egli trovò l'espressione esplicita di tali funzioni mediante le radici dell'equazione data. Da tali studî il S. fu condotto a quella che egli chiamò la legge d'inerzia delle forme quadratiche, legge a cui giunsero contemporaneamente altri matematici, e che era stata trovata, ma non pubblicata, da C. G. J. Jacobi.
Ma i contributi più numerosi del S. appartengono alla teoria degli invarianti, della quale, insieme con il Cayley, può dirsi uno dei creatori. È impossibile accennare anche brevemente a tutto ciò che questa teoria gli deve; non può però mancare la menzione delle sue ricerche sul problema della partizione dei numeri, intese a farne l'applicazione allo studio numerativo degl'invarianti e covarianti.
Le opere complete del S. furono raccolte dopo la sua morte in quattro volumi (The collected mathematical papers, voll. 4, Cambridge 1904-12).
Il S. fu un ingegno fervido, riboccante d'idee nuove, emesse sovente senza un opportuno preventivo controllo. Notevole è la sua tendenza a introdurre nuove denominazioni, che gli valse il soprannome da lui stesso impostosi di "Adamo della matematica".
Bibl.: M. Noether, in Mathematische Annalen, L (1898), pp. 133-156; P. A. Mac-Mahon, in Nature, LV (1896-97), pp. 492-94. V. anche un cenno biografico di H. F. Baker nel quarto volume delle opere.