BENNETT, James Gordon
Nacque in Scozia nel villaggio di Keith, nel 1795. Ebbe una vita avventurosa, da quando (1819), giovane e povero, sbarcò a Halifax, emigrante in cerca di lavoro e di fortuna, fino a quando, vecchissimo e ricchissimo, morì a New York (25 maggio 1872), proprietario di quello che era allora considerato il più grande giornale del mondo dopo il Times di Londra. I primi anni della sua vita americana furono assai oscuri. Egli visse qualche tempo a Halifax, guadagnandosi giorno per giorno la vita, e di là passò a Boston, poi a New York, poi a Charleston e poi di nuovo a New York, lavorando con impieghi diversi in imprese editoriali e giornalistiche locali. La sua carriera e la sua fortuna cominciarono nel 1827, quando egli fu nominato corrisponderite da Washington del New York Enquirer. Una serie di suoi articoli pungenti sui maggiori politicanti del tempo gli assicurarono il successo come scrittore; una combinazione che egli fece tra il New York Courier e l'Enquirer gli diede il primo successo come uomo d'affari. Affiliato alla Tammany Hall fino dal 1823 egli era un caldo democratico, e del nuovo courier-Enquirer fece un deciso organo jacksoniano. Poi, nel 1823 tornò a New York e fondò il Globe, che ebbe vita brevissima e infelice. Per qualche tempo egli lavorò allora al Pennsylvanian di Filadelfia, ma nel 1834, attirato dal colossale successo del Sun, il primo giornale a un cent apparso negli Stati Uniti, andò a stabilirsi di nuovo a New York, e, dopo un tentativo fallito di associarsi a Day, fondò con cinquecento dollari di capitale il New York Herald (1835). Egli aveva concepito un giornale di carattere popolare, che come il Sun si vendesse a un cent, di carattere indipendente, di tono vivace, ricco di note brevi e mordaci, come piacciono alle folle. E riuscì a farlo. Del giornale egli era tutto: proprietario, direttore, informatore, correttore di bozze di stampa, e cassiere. Il successo fu immediato e grandissimo. In due anni la tiratura del New York Herald raggiunse le quarantamila copie. Allora B. trasformò l'organismo del giornale, partì per l'Europa e vi stabilì (1838) sei uffici di corrispondenza, li fornì di mezzi, sviluppò il servizio delle informazioni sopra una scala, per quei tempi, grandiosa. Egli che per primo aveva introdotto nel giornalismo americano gli articoli finanziarî e i bollettini della Borsa, vi introdusse anche per primo i vasti servizî telegrafici e il gusto di mettere in valore le notizie. Gusto, questo, pericoloso, che nel pubblico sviluppò a sua volta quello delle informazioni sensazionali e dei colpi di scena, ed espose B. all'accusa di essere il fomentatore del giornalismo scandalista. Certo il Herald fu il giornale degli avvenimenti incredibili che piacciono al popolo minuto: eccetto che per un breve periodo, quando, per una vecchia antipatia per i negri, contratta al tempo del suo soggiorno a Charleston, e per le sue aderenze democratiche, B. cominciò a sostenere la tesi che bisognava lasciare che gli Stati meridionali abbandonassero l'Unione, il successo non s'interruppe mai. Ma anche allora, Quando il pubblico di New York sembrò ribellarsi allo Herald, B. mutò opinione e politica e il favore popolare fu riconquistato. Morendo, egli lasciò al giornalismo americano un esempio mirabile di organizzazione tecnica e alcuni insegnamenti sul gusto delle folle, che hanno fatto giudicare talvolta severamente l'influenza da lui esercitata.
James Gordon Bennett, figlio del precedente, nacque a New York il 10 maggio 1841. Ereditato nel 1872 il New York Herald, che aveva allora una diffusione di 50.000 copie, diede a questo giornale un altro forte impulso, portandone la tiratura a cifre altissime, dotandolo di molti nuovi servizî, e fondando le due edizioni europee di Londra e di Parigi. Anch'egli, come il padre, volle che il giornale pubblicasse "tutto ciò che potesse interessare il pubblico, per qualunque motivo e a qualunque prezzo". Uomo di idee grandiose e di volontà ferrea, temperamento entusiasta e positivo nello stesso tempo, promosse, nella seconda metà del sec. XIX, alcune delle imprese che maggiormente stupirono il mondo. Anzitutto inviò a sue spese il celebre reporter Stanley alla ricerca dell'esploratore Livingstone, che tutti credevano perduto, e che fu invece ritrovato dopo una serie di straordinarie peripezie (1874-77). Nel 1879 sovvenzionò la spedizione polare della Jeannette, finita tragicamente, ma che fu fruttuosa d'insegnamenti e permise la successiva impresa di Nansen. Associatosi con John W. Mackay, fondò nel 1883 la Commercial Cable Company per la posa del cavo transatlantico. Sostenne e incoraggiò molte altre grandi imprese. S'interessò moltissimo allo sport, fondando varie associazioni sportive e le coppe che portano il suo nome (v. sotto).
Già stabilito da lungo tempo a Parigi, il G. E., durante la guerra europea, condusse mediante il suo giornale un'attivissima campagna a favore dell'Intesa, contribuendo indirettamente, ma in modo indubbio, a far intervenire gli Stati Uniti nel conflitto.
Morì a Beaulieu-sur-Mer, presso Nizza, il 14 maggio 1918, lasciando la massima parte della sua enorme sostanza a pro dei vecchi giornalisti di New York: ultimo omaggio alla professione che aveva prediletto e nobilitato.
Coppe Gordon Bennett. - La prima coppa Gordon B. fu per automobili. Offerta nel 1900 come premio supplementare della corsa Parigi-Bordeaux, veniva disputata l'anno seguente sul percorso Parigi-Lione, e vinta da Charron. Conquistata nel 1902 dall'inglese Edge nella Parigi-Vienna, non fu potuta vincere dalla Francia nel 1903 (corsa Parigi-Madrid) a causa degl'incidenti che funestarono la gara. Vinta poi dai Tedeschi, passò di nuovo alla Francia nel 1904 e nel 1905, e fu quindi soppressa.
Nel 1906 il B. fondò la coppa per palloni sferici; nel 1909, quella per aeroplani. Le gare erano annue, e potevano parteciparvi gli Aero club affiliati alla Federazione Aeronautica Internazionale. L'Aero club che avesse riportato tre vittorie consecutive avrebbe vinto definitivamente la coppa.
La prima gara ebbe luogo a Parigi e destò vivissimo entusiasmo. La coppa per aeroplani fu vinta dalla Francia, con le tre vittorie consecutive di Védrines (1912), Prévost (1913) e Sadi Lecointe (1920). Quella per sferici, vinta subito dal Belgio, fu sostituita da una seconda coppa G. B., che si disputa ancora annualmente.
Bibl.: D. C. Seitz, The James Gordon Bennetts, 1928.