Giurista scozzese (Drummurchie, Ayrshire, 1619 - Edimburgo 1695). Professore a Glasgow (1641), quindi (1648) a Edimburgo, dove iniziò la carriera di avvocato. Attratto nella polemica politica, andò all'Aia (1649) e a Breda (1650) per negoziarvi l'accordo tra Carlo II e i presbiteriani scozzesi. Ma, dopo la sconfitta ad opera di Cromwell, S. s'accostò a Monck, e attraverso questo poté ottenere da Cromwell (1657) l'ufficio di commissario per l'amministrazione della giustizia in Scozia. Alla Restaurazione, ottenne agevolmente il favore del re, fu creato presidente del tribunale di sessione (1670) e poi (1674) consigliere privato. Si batté per evitare nel parlamento del 1681 l'approvazione del Test Act, che prescriveva per tutti i funzionarî pubblici la prova di appartenenza alla Chiesa anglicana, e simpatizzò con la resistenza del conte di Argyll, tendenza che gli alienò il favore reale; escluso dalle funzioni di giudice, si ritirò in campagna dopo aver finito per la stampa la sua grande opera: The institutions of the law of Scotland, opera classica, cui si deve la sistemazione del diritto scozzese sulla base del diritto romano. Per sottrarsi alle conseguenze del rifiuto di giurare fedeltà al governo, S. riparò in Olanda, da dove tornò solo nel 1688 al seguito di Guglielmo III: da allora fu, col figlio John, consigliere del re in materie relative alla Scozia; e a lui, come al figlio, si fece risalire la responsabilità dell'atroce massacro di Glencoe. Nel 1691 fu fatto visconte.