CAMERON, James
Regista, sceneggiatore e produttore canadese, naturalizzato statunitense, nato a Kapuskasing (Ontario) il 16 agosto 1954. Nel primo decennio degli anni Duemila C. si è dedicato a molteplici attività (di regia e produzione soprattutto), in un crescendo di impegni che non solo testimoniano la fama di un regista che ha ottenuto il successo mondiale – Titanic (1997) continua a essere uno dei più grandi successi economici del cinema di ogni tempo –, ma diventano per C. l’occasione di un continuo processo di sperimentazione di forme e tecniche cinematografiche.
In questi anni C. ha diretto una serie di documentari legati a imprese scientifiche estreme o alla ricostruzione di eventi storici particolari, come Ghost of the abyss (2003), dedicato all’affondamento del Titanic, Expedition Bismarck (2002), sulla storia della famosa corazzata tedesca, o Aliens of the deep (2005), in cui C. segue una spedizione scientifica lungo le profondità oceaniche, e dove la visione del fondo marino e i suoi misteri diventano quasi l’analogo di un viaggio verso universi lontani. In questi due lavori, C. ha utilizzato il documentario come spazio di sperimentazione dell’immagine e delle potenzialità tecnologiche del cinema – in Aliens of the deep C. ha fatto ricorso sia alla tecnologia IMAX sia al 3D – in un processo che lo ha avvicinato sempre più al film sul quale ha concentrato quasi totalmente i suoi sforzi creativi, Avatar (2009). Uscito a distanza di dodici anni dall’ultimo lungometraggio di finzione diretto dal regista (il già citato Titanic), Avatar è divenuto ben presto sia una nuova pietra miliare del cinema di fantascienza, sia una particolare indagine sullo stato dell’immagine contemporanea. Il lungo lavoro di preparazione del film, infatti, è servito a C. per affinare il più possibile le tecnologie che hanno reso possibili le sue immagini, prima fra tutte la fusion camera system (conosciuta anche come reality camera system 1), una macchina da presa digitale in 3D stereoscopico che permette di filmare corpi reali in ambienti virtuali e di mostrare direttamente in camera la rielaborazione digitale dei corpi stessi. Sviluppata da C. e dal direttore della fotografia Vince Pace, la fusion camera diventa lo strumento attraverso cui l’universo di Avatar può prendere corpo. Lavorando sul desiderio del soggetto di diventare ‘altro’ da sé e sul potere del cinema di mostrare mondi altrimenti solo sognati, Avatar si pone come uno dei film più significativi nel panorama cinematografico contemporaneo, in grado di cogliere (e di trasformare in immagine e narrazione) una delle più ossessive caratteristiche della cultura odierna: la costruzione immaginaria di multiple identità. Il film ha ottenuto un grande successo internazionale, sancito anche da numerosi premi e riconoscimenti – tra i quali tre premi Oscar 2010 per gli effetti speciali, la fotografia e la scenografia – e ha impegnato C. in una serie di sequel del film che si prevede usciranno in sala tra il 2017 e il 2019, dando vita così a una nuova saga cinematografica.