Filosofo scozzese (Kinkardine 1714 - Edimburgo 1799). Laureatosi in giurisprudenza all'univ. di Edimburgo, esercitò in quella città la professione di avvocato e poi la funzione di giudice. Fu in contatto con gli esponenti più noti della cultura scozzese del suo tempo, come D. Hume e A. Smith; la sua fama è soprattutto legata agli studî sull'origine del linguaggio. Nella sua opera in sei volumi Of the origin and progress of language (1773-92) sostiene che il linguaggio si sviluppa nella specie umana a seguito dell'istituzione di rapporti sociali e in funzione dell'organizzazione del lavoro produttivo comune. Questa tesi è connessa a una più generale concezione antropologica che considera lcome un animale evolutivo, le cui caratteristiche "specifiche" (razionalità, socialità, linguaggio) sono acquisite in modo "artificiale" e non frutto di una presunta natura originaria. In parziale polemica con la teoria della conoscenza di J. Locke, scrisse Ancient metaphysics: or, the sci ence of universals (1779-99).