Teologo e umanista (Schlettstadt, Alsazia, 1450 - ivi 1528). Studiò a Friburgo, Erfurt e Heidelberg e dal 1498 fu professore in quest'ultima sede di retorica e poetica. A lui l'imperatore Massimiliano fece sottoporre per l'approvazione un suo progetto in cui sosteneva l'introduzione in Germania di una prammatica sanzione a somiglianza di quella francese di Bourges, la nomina di un legato fisso papale in Germania e la soppressione dei tributi tedeschi a Roma. W. sconsigliò i due primi punti e insistette sulla riforma della parte economica. W. considerò da principio con simpatia il movimento riformatore iniziato da Lutero, ma poi davanti all'indirizzo decisamente antiecclesiastico assunto dal movimento luterano se ne ritrasse. Tra le sue opere ebbero larga diffusione l'Epitome rerum Germanicarum (dove si possono cogliere note di ardente patriottismo di tipo nazionalistico) e la Germania (1501), dove l'autore, tra l'altro, dimostra la teutonicità dell'Alsazia. Nell'Isidoneus Germanicus (1496) W., dimostrata la sterilità a cui era allora ridotta la scolastica, preconizzava la lettura diretta dei classici; nell'Adolescentia (1498) aveva insistito sulla formazione del carattere cristiano come premessa della salvezza della Chiesa.