LENZ, Jakob Michael Reinhold
Poeta tedesco, nato a Sesswegen (ora Cesvaine, Lettonia) il 12 gennaio 1751, morto a Mosca il 24 maggio 1792. Figlio di un pastore protestante, studiò a Königsberg, ove ebbe a maestro Kant e accolse dagli scritti del Hamann e del Herder il nuovo evangelo di libertà. All'ansia di rivivere il dramma della Redenzione, che gl'ispirò i primi versi arieggianti il Klopstock, succede nel poema Die Landplagen (1769) la visione dell'umanità che celebra contro le forze della natura e del male la legge d'amore. Ma già nel contemporaneo Schreiben Tankreds.an Reinald si sviluppa quel senso tragico della vita umana come di un mondo dal quale il divino è per sempre esulato, che informerà tutta l'opera futura del L.
Nell'aprile del 1771 il poeta lasciò Königsberg, per accompagnare, come precettore, due gentiluomini a Strasburgo. Qui, in contatto spirituale col Goethe, col Herder, col Lavater, la sua poesia passa dal fantastico vagheggiamento d'un mondo ultraterreno alla concretezza del dramma scale e all'immediatezza della confessione lirica. Contemporaneamente gli scritti teorici (Abhandlung über den Götz, Anmerkungen übers Theater, 1774) e alcune operette morali pongono le basi d'un'arte essenzialmente religiosa, concepita come piena e amorosa adeguazione dell'artista alla palpitante realtà della vita individuale colta nel suo divenire: la moderna tragedia dev'essere celebrazione dell'umana libertà e culto degli uomini eroi, mentre la commedia variamente tratteggia e svolge la mutevole vicenda dei deboli e dei vinti.
Sorretta da tali presupposti teorici e aderente all'interiore dramma del poeta nel suo precipitare verso la follia, la poesia del L. presenta sostanzialmente due aspetti: nelle liriche, è il grido d'un'anima che mentre anela a una perfezione inattingibile, si vede sfuggire le gioie della vita; nei drammi è figurazione ironico-grottesca della realtà, resa con vigoroso sbozzo di tipi e di situazioni tragicomiche. Nei tre drammi d'ispirazione sociale: Der Hofmeister (1774), Der neue Menoza (1774) e Die Soldaten (1776), l'arte del L., in un molteplice avvicendarsi di scene e di figure, incide profondamente nella vita morale dell'epoca. Nelle opere successive tutto il dramma s'incentra nella figura del protagonista, che impersona le vicende passionali del poeta, mentre le figure laterali restano nell'ombra con atteggiamenti caricaturali. Così è nei due drammi Der Engländer e Die Freunde machen den Philosophen, nella novella Zerbin oder die neuere Philosophie e nel romanzo epistolare Der Waldbruder.
Emergono sulle altre, tre opere: la satira aristofanesca Pandaemonium germanicum (postuma, 1819), ove intorno alle due figure centrali del L. e del Goethe tutta la vita letteraria del Settecento tedesco è passata in rassegna; la breve figurazione mitica del Tantalus (pubblicata dallo Schiller nel Musenalmanach del 1798), che adombra il tormento dell'artista incapace di dar forma durevole ai fantasmi che gli aleggiano d'intorno; infine, i frammenti del dramma Catharina von Siena, ove il dissidio fra il genio etico e il genio estetico, che il L. si sforzò di comporre, si eleva a significazione universale.
La breve primavera del L. si chiude con le strazianti invocazioni delle due liriche Die Demut e An den Geist, ove di contro al Prometide si leva, nel mistico silenzio d'una lontana isola di pace, la divina immagine del Re degli umili. E la pace il poeta cercò, invano, dapprima in casa di Friederike Brion, il cui muto dolore egli cantò con accenti di accorato affetto nella sua lirica Die Liebe auf dem Lande, poi alla corte di Weimar, ove la Frau von Stein gli fu maternamente pia; da ultimo nell'agreste silenzio di Emmendingen, presso la sorella del Goethe, Cornelia Schlosser, nella cui dolorante anima gli parve di riconoscere la sua Beatrice. Dopo la morte di lei lo colse, nel novembre del 1777, la follia. Ritornato in patria, guarì dell'infermità mentale, ma la vena del canto si era in lui per sempre estinta.
Ediz.: Gesammelte Schriften, a cura di F. Blei, volumi 5, Monaco 1909-1913; a cura di E. Lewy, voll. 4, 2ª ed., Lipsia 1917; Gedichte, ed. a cura di K. Weinhold, Berlino 1891; Anmerkungen übers Theater, ed. da Th. Friedrich (con importante studio critico), Lipsia 1908; Briefe von und an Lenz, ed. da K. Freve e W. Stammler, voll. 2, Lipsia 1917.
Bibl.: Goethe, Dichtung u. Wahrheit, XI e XIV, passim; O. F. Gruppe, L. Leben u. Werke, Berlino 1861; E. Schmidt L. u. Klinger, Berlino 1878; M. N. Rosanow, L. der Dichter der Sturm- und Drangperiode (trad. dal russo), Lipsia 1909; H. Kindermann, L. u. die deutsche Romantik, Vienna 1925; H. Rauch, L. u. Shakespeare, Berlino 1892; J. Froitzheim, L. u. Goethe, Stoccarda 1891; M. Sommerfeld, L. und Goethes Werther, in Euphorion, XXIV (1922), p. 68 segg.; O. Anwand, Beiträge zum Studium der Gedischte von L., Monaco 1897.