DAVID, Jakob Julius
Poeta austriaco, nato il 6 febbraio 1859 a Mährisch-Weisskirchen, morto a Vienna il 20 novembre 1906. D'origine ebrea, studiò con grandi sacrifizî; ed ebbe vita difficile e dura, e salute cagionevole, che s'aggravò ancora negli ultimi anni, così da renderlo sordo e cieco. E il tragico pathos di questa esistenza si riflette anche nella sua opera, la quale ha - malgrado l'influenza che sulla sua formazione possono avere esercitato altri poeti, come C. F. Meyer e F. v. Saar - una posizione a parte nel suo tempo. I primi racconti: Höferecht (1890), Blut (1891), Frühschein (1895), Am Wege sterben (1900), hanno nella loro intonazione un fondo di vago disillusionismo romantico; e più tardi il romanzo viennese Ubergang (1903) indugia in una morbidezza di toni e di colori che ricorda assai da vicino la poesia viennese sul volgere del secolo; ma l'accento di vita vissuta, la parola che nei momenti più intensi diventa semplice e disadorna, l'umorismo a un tempo triste e sereno, come per una vittoria interna sopra il proprio dramma, conferiscono alla narrazione un tono segnatamente personale, all'infuori di tutte le mode e tendenze dominanti. E tragica sincerità hanno alcune liriche (Gedichte, 1891). Interessanti per il suo pensiero sulla poesia e sull'arte gli articoli raccolti nel volume Vom Schaffen (1904).
Opere: Gesamm. Werke, ed. E. Heilborn e E. Schmidt, Monaco 1908-9.
Bibl.: E. Spiero, J. J. David, Lipsia 1920; A. Farinelli, J. J. Davids Kunst, in Grillparzer Jahrbuch, Vienna 1908.