JAÉN (A. T., 39-40)
Capoluogo della provincia spagnola omonima (v. sotto), nell'Andalusia. Il centro abitato sorge a 574 m. s. m., sulle falde del rupestre Colle del Castillo, nella valle del Río Guadalbullón, lungo la quale corre la via di comunicazione che adduce da Granada all'alto bacino del Guadalquivir: Jaén crebbe in luogo adatto alla difesa e in posizione di comando rispetto alla ferace campiña.
Ha pianta irregolare, con gli edifici più notevoli raggruppati intorno alla cattedrale, dov'è il centro della vita cittadina. Delle vecchie mura si conserva qualche avanzo nella parte che guarda il castello, anch'esso in rovina; la zona settentrionale (quartiere della Maddalena) ha mantenuto meglio i caratteri di città medievale, con vie anguste, case basse a pareti bianche di calce e con i balconi coperti. Fuori delle mura si sono sviluppati i rioni moderni.
La popolazione vive essenzialmente di agricoltura, l'olio essendo fra tutti i prodotti il più importante della regione che qui fa centro. Lo sviluppo industriale è ancora scarso (industrie alimentari e cementi), non ostante la presenza delle vicine miniere (Linares), data la posizione un po' eccentrica delle città rispetto alle grandi vie di comunicazione che scendono lungo il Guadalquivir al mare o lo raggiungono per la ferrovia di Almería. Jaén conta oggi con i sobborghi poco meno di 35 mila abitanti; l'accrescimento negli ultimi anni è stato piuttosto debole (24 mila ab. nel 1880; 33 mila nel 1920, dei quali 30 mila nella città vera e propria).
Monumenti. - La cattedrale, principiata sui disegni di Pedro de Vandaelvira nel 1540, in contrapposto al gusto plateresco prediletto dai suoi contemporanei, fu costruita in un lungo periodo, e dimostra così il progrediente gusto classicheggiante. Consta di tre navate alte e spaziose: la luce si concentra nel mezzo mediante la lanterna che sormonta la cupola. Sono notevoli le chiese: di S. Maria Maddalena, a tre navate ogivali; di S. Ildefonso, pure a tre navate e col portale principale disegnato da Ventura Rodríguez; di San Andrea, di stile "mudéjar" molto modificato. Tra le opere private si distinguono la casa gotica dei conti del Villar Pardo e quella del vescovo Suárez de la Fuente de Sance con facciata del Rinascimento.
Storia. - Fu abitata dai Turduli, conquistata dai Romani e dai Visigoti; nei primi tempi della dominazione araba fece parte del regno cristiano di Teodomiro. I monti di Jaén sono stati teatro di alcune ribellioni, specialmente di quella di ‛Omar ibn Ḥfsūn. Alla fine del sec. XI cadde in potere degli Almoravidi e alla metà del XII in potere degli Almohadi. Sul suo territorio fu combattuta la celebre battaglia di las Navas di Tolosa il 16 luglio 1212; e Ferdinando II riconquistò la città nel 1245. Vi morì il re Ferdinando IV (7 settembre 1312); e nel 1489 vi si stabilirono i Re Cattolici per preparare la conquista di Granada.
Provincia di Jaén. - È compresa fra le provincie di Ciudad Real, Cordova, Granata e Albacete (Andalusia); è vasta 13.680 kmq. All'estremo N. della provincia le alture della Sierra Morena formano una regione nel complesso non molto elevata (solo lungo il confine alcune cime toccano i 1200-1300 m.), ma di aspetto in alcuni punti piuttosto selvaggio, in parte coperta dalla macchia o da lembi di bosco, attraversata dal Guadalén, Guarrizag, Río del Runblar, Jándula, Yeguas, subafluenti o affluenti del Guadalquivir; ha importanza economica per la presenza di ricchissimi giacimenti di galena (distretti di Linares e di la Carolina). Una zona montuosa più elevata (Sierra Mágina, 2165 m.; M. Jabalcuz, 1614 m.; la Pandera, 1872 m., ecc.), tributaria del Guadalquivir per mezzo del Guadalbullón, del Guadajoz e di altri minori corsi d'acqua, occupa l'estremità sud della provincia; allevamento e agricoltura vi sono le principali forme di attività. Separata da questa regione dalla Guadiana Menor, affluente del Guadalquivir, s'innalza nella parte orientale della provincia una serie di Sierre - de Cazorla (Gilillo, 1847 m.), del Pozo (Cabañas, 2028 m.), de Segura (el Yelmo, 1809 m.) - talora nude, talora con bei boschi e pascoli (intenso allevamento del bestiame); si trovano qui le sorgenti del Guadalquivir, che, dopo un primo tratto in direzione SO-NE. fra le sierre de Cazorla e de Segura, volge con un gomito a SO. e poi a O., attraversando l'intera provincia. Nella parte centrale di questa s'innalza la Loma de Ubeda e più vemo N., la Loma de Chiclana (nel solco fra le due lomas scorre il Guadalimar, affluente del Guadalquivìr); la regione percorsa da queste lomas è fra le migliori della provincia: non molto elevata, beneficiata da inverni miti, da piogge relativamente abbondanti, si presta alla coltura degli olivi e della vite o dei cereali, nelle zone più basse. A O. di questa regione si apre, fra la Sierra Morena a N. e la Sierra Mágina e il M. Jabalcuz a S., una zona pianeggiante, fertile di oliveti, vigneti e campi di cereali, che fa parte della campiña andalusa: il Guadalquivir la lambisce a N. correndo presso la Sierra Morena. Eccetto una piccola porzione a E. tributaria del Segura, tutto il territorio della provincia manda dunque le sue acque al Guadalquivir.
L'agricoltura dà soprattutto olive, poi uva, cereali (grano, orzo), patate. Si esercita l'allevamento, specialmente degli ovini, ma anche dei bovini ed equini. Delle industrie si esercitano quelle legate all'agricoltura (olio, vino, distillerie); grande importanza ha l'industria estrattiva, specie del minerale di piombo, nella Sierra Morena; il più importante centro industriale è appunto Linares, dove per la presenza delle vicine miniere sono sorte fonderie di piombo e di ferro e altre fabbriche.
La popolazione della provincia era di 590.570 ab. nel 1920, di 670.280 nel 1930, 49 per kmq. L'importanza dei centri è quasi sempre legata ai prodotti agricoli o derivati dall'allevamento del bestiame e al loro commercio: così Quesada e Cazorla, nella zona montuosa orientale; Huelma e Alcalá la Real nei monti del S.; Baeza, Úbeda e Villacarrillo nella Loma de Úbeda; Porcuna, Arjona, Torredonjimena, Andújar (vi sono anche fabbriche di ceramiche) nella campiña; Martos, Mancha-Real al limite fra la campiña e la zona montuosa meridionale. Per il capoluogo Jaén v. sopra. La provincia è attraversata in senso N.-S. dalla ferrovia Madrid-Almería, dalla quale si staccano la ferrovia di Cordova, e quella di Jaén e Puente Genil.