Scultore (Noyon 1592 - Parigi 1660). Allievo di N. Guillain, fu a Roma (1610-27), dove si legò alla cerchia di artisti di tendenze più o meno francamente classicheggianti (Domenichino, G. Reni, F. Duquesnay) e lavorò per C. Maderno (1620-21) nella villa Aldobrandini a Frascati. Ritornato in Francia, vi ottenne subito largo successo, e vi compì opere che influenzarono profondamente la successiva generazione di scultori. Ancora pieno di reminiscenze romane nell'altare di Saint-Nicolas-des-Champs a Parigi, nelle cariatidi scolpite per il Padiglione dell'orologio di Lemercier, al Louvre (1636-41), S. è del tutto originale per il suo classicismo, derivato anche dallo studio diretto della scultura antica. Fra il 1642 e il 1650 collaborò con F. Mansart nella decorazione del castello di Maisons-Laffitte, coadiuvato da molti allievi. Nelle opere successive (i Bambini e la Sfinge per il parco di Versailles e, specialmente, il monumento per Enrico II di Borbone, la sua ultima opera, smembrata e arbitrariamente ricomposta a Chantilly) S. realizza una rara fusione di grazia barocca e di autocontrollo classicheggiante, avviando quello stile eletto, accattivante ma sostenuto, che prevarrà nelle opere promosse da Luigi XIV e in quelle di Ch. Lebrun. Fu tra i fondatori dell'Académie Royale.