Scrittore, matematico e medico francese (Le Mans 1517 - Parigi 1582). Come segretario del vescovo di Le Mans, René du Bellay, soggiornò a Lione dove conobbe e cantò Louise Labé e strinse amicizia con Ronsard. Umanista, tradusse l'Ars poetica di Orazio (1545). Seguace e ammiratore di C. Marot, scrisse versi raccolti poi nelle Oeuvres poétiques (1547) e in L'amour des amours (1555). Ma l'opera sua fondamentale è l'Art poétique in prosa (1555), che si inserisce nella tradizione di rivalutazione della lingua e della letteratura nazionali, nel rinnovato clima letterario della Pléiade. Come scienziato, la sua fama è legata a opere quali: Arithmétique (1552); Algèbre (1554); De l'usage de géométrie (1573). P. è stato nell'età contemporanea rivalutato dalla critica, che gli ha riconosciuto qualità originali e una attitudine alla cultura universale che fa di lui uno degli spiriti del Rinascimento più aperti alla scienza e insieme alla letteratura.