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THIERRY, Jacques-Nicolas-Augustin

di Aldo Romano - Enciclopedia Italiana (1937)
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THIERRY, Jacques-Nicolas-Augustin

Aldo Romano

Storico francese, nato a Blois il 10 maggio 1795, morto a Parigi il 22 maggio 1856. Dopo aver compiuto i suoi studî presso l'École Normale di Parigi, ove trascorse due anni, nel 1813 andò a insegnare in un collegio di provincia, ma ritornò nella capitale l'anno successivo, e, abbandonata per sempre la carriera didattica, divenne ben presto segretario, poi collaboratore e amico fraterno, di Henri de Saint-Simon. Fu, in quegli anni, il prediletto del filosofo socialista, al quale il Th. portava, del resto, un notevole contributo di cultura e di ordine mentale. Il Saint-Simon, infatti, non aveva ancora formulato in quel tempo il suo sistema, e assai si valse dell'opera del Th.: i due scrissero in collaborazione De la réorganisation de la société européenne (1814), la Opinion sur les misures à prendre contre la coalition (1815), e L'industrie littéraire et scientifique liguée avec l'industrie commerciale et manufacturière (1817). Nel 1817 il Th. si distaccò dal suo maestro e collaboratore per la sua esigenza di una visione della storia più concreta e aderente alla realtà: il Saint-Simon continuò le sue indagini politico-sociali che dovevano condurlo al Catéchisme des industriels e al libro sul Nouveau christianisme, il Th. si diede a tutt'uomo alle ricerche critiche ed erudite. Però anche al Th. valse non poco l'amicizia del Saint-Simon, specie per quello che concerne la sua personale soluzione del problema filosofico della storia. Dal 1817 comincia la vera e più caratteristica produzione di lui. Collaborò attivamente per qualche tempo a riviste e giornali, specie al Courrier Français ed alla Revue des Deux Mondes, sui quali pubblicò una serie di articoli, raccolti in volume nel 1827, Lettres sur l'histoire de France, e annunziò con qualche saggio quella che doveva essere la sua opera fondamentale, per la quale raccoglieva allora il materiale, l'Histoire de la conquête de l'Angleterre par les Normands, che apparve, in quattro grossi volumi, nel 1825. L'anno appresso, per lo sforzo sostenuto nella composizione di questa grande opera, divenne cieco e paralitico. Ma non abbandonò del tutto gli studî, ed ebbe molti amorevoli e intelligenti coadiutori, tra cui Armand Carrel. Nel 1827 Carlo X gli accordò una pensione che gli permise presto di abbandonare Parigi e di stabilirsi a Carqueiranne près d'Hyères. Aveva già ottenuto più volte il premio Gobert e il 7 maggio 1830 fu nominato membro dell'Istituto.

Di orientamento politico liberale e lafayettiano, il Th. salutò con gioia, poco dopo, lo scoppio della rivoluzione di luglio e volle subito stabilirsi presso il fratello Amedeo, che era stato intanto elevato, nel nuovo regime, alla carica di prefetto della Haute-Saône. L'anno seguente, 1831, conobbe e sposò Giulia de Quérengal, scrittrice di molta grazia e intelligenza, che doveva essergli compagna devota per circa tredici anni fino alla morte.

Nel 1835 il Th., forse in premio della dedica al duca d'Orléans dei suoi Récits mérovingiens, fu nominato direttore della Bibliothèque du Palais-Royal e ritornò a Parigi. Dal Guizot, divenuto ministro, ebbe l'incarico di pubblicare una raccolta di documenti per la storia del terzo stato. Si mise giovanilmente all'opera, la quale però, quantunque egli fosse aiutato da amorevoli collaboratori, per la vastità del disegno rimase incompleta: ne pubblicò nel 1853 l'introduzione, dal titolo Essai sur l'histoire de la formation et du progrès du Tiers-état, che è uno dei suoi libri tuttora più vivi. Ma ormai egli era già stanco, precocemente invecchiato, quasi distrutto dalla morte di sua moglie, avvenuta nel 1844. In quell'anno andò ad abitare presso una dama italiana, Cristina Trivulzio, principessa di Belgioioso, della quale, amico fedele, già frequentava l'intellettuale salotto di Montparnasse. In casa di lei il Th. trascorse gli ultimi anni della sua vita e morì.

Oltre alle opere già citate, che sono le maggiori dello storico francese, è interessante conoscere, per la biografia critica di lui, Dix ans d'études historiques (1834).

Bibl.: A. Thierry d'après sa correspondence et ses papiers de famille, pref. di Gabriel Hanotaux, Parigi 1922.

Vedi anche
Claude Fauriel Fauriel ‹fori̯èl›, Claude. - Critico e filologo (Saint-Étienne 1772 - Parigi 1844); insegnò dal 1830 letterature straniere a Parigi. Nel 1802 ebbe una relazione, durata vent'anni, con la vedova di Condorcet, e si stabilì alla Maisonnette, uno dei massimi punti d'incontro del Romanticismo europeo. Lì ... Giosue Carducci Poeta italiano (Val di Castello, nella Versilia, 1835 - Bologna 1907). Crebbe "selvatico" nella Maremma toscana, dove il padre, Michele, un liberale già carbonaro, era medico condotto. Andò poi a Firenze e a Pisa, dove si laureò nel 1856. Di questo stesso anno è la polemica antiromantica, d'impostazione ... storiografia Scienza e pratica dello scrivere opere relative a eventi storici del passato, in quanto si possano riconoscere in essa un’indagine critica e dei principi metodologici. ● Il complesso delle opere storiche scritte in un determinato periodo o relative a un determinato argomento o basate su un determinato ... storia Il complesso delle azioni umane nel corso del tempo, nel senso sia degli eventi politici sia dei costumi e delle istituzioni in cui esse si sono organizzate. Modernamente, anche tutto ciò che le condiziona e ciò che esse coinvolgono (fatti geografici ed ecologici, fatti demografici, presupposti antropologici ...
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