DEVÉRIA, Jacques-Jean-Marie-Achille
Pittore, disegnatore e litografo, nato a Parigi il 6 febbraio 1800, morto ivi il 23 dicembre 1857. Allievo del Lafitte e del Girodet, esordì al Salon del 1822 con due ritratti muliebri. Si specializzò nella litografia. In realtà nelle sue serie sulle mode (Galerie fashionable, Le Goût nouveau, Les Heures du Jour, ecc.) non fece che adattare con molta abilità alla "Giovane Francia" i soggetti e lo spirito dei maestri galanti del sec. XVIII. La parte più preziosa di questa produzione è costituita dai ritratti: Hugo (1830), Dumas, Roqueplan, Liszt (1832), Chateaubriand, ecc. Il D. fu anche un illustratore molto apprezzato: l'edizione del Béranger (1828) con illustrazioni a colori è una delle sue opere migliori. Illustrò pure Molière, Racine, Rousseau, Voltaire, Rabelais, precorrendo il Doré. Come pittore fece soprattutto acquerelli, rivelandosi emulo spesso felice del Bonington. Altre opere di maggior mole sono il Trionfo di S. Clotilde nella chiesa di S. Rocco, Fidia e Pericle da Aspasia (Salon 1850), ecc.
Il fratello Eugène-François-Marie-Joseph, nato a Parigi il 22 aprile 1805, morto a Pau il 3 febbraio 1865, allievo anch'egli del Lafitte e del Girodet, esordì al Salon del 1824. La Nascita di Enrico IV (Louvre), pittura brillantissima, piena di spirito, esposta al Salon del 1827, gli procurò una grande notorietà. Affluirono le ordinazioni (soffitto del Louvre: Puget e Luigi IV, commessogli da Carlo X; quadri per la Galleria delle battaglie di Versailles, ordinati da Luigi Filippo); ma l'artista non riebbe mai più un simile successo. Tra le sue decorazioni l'opera migliore sono le pitture, ora molto danneggiate, per Notre-Dame di Avignone.
Bibl.: De Galon, Souvenirs sur Eugène Devéria, Tarbes 1868; A. Marcel, Eug. Devéria et ses peintures de N. D. des Doms, Avignone 1911; H. Vollmer, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, IX, Lipsia 1913 (con bibl.); A. Marie, A. et E. Devéria, in La vie et les arts romantiques, Parigi 1927; Th. Gautier, Histoire du romantisme, nuova ed., Parigi s.a., p. 218 segg.