Bisset, Jacqueline (propr. Fraser Bisset, Winifred Jacqueline)
Attrice cinematografica inglese, nata a Weybridge (Surrey) il 13 settembre 1944 da madre francese. I lineamenti regolari, gli occhi chiari dallo sguardo ironico e sensuale, hanno contribuito alla sua affermazione, consentendole di interpretare donne affascinanti, ribelli e al tempo stesso fragili ed energiche.
Proveniente da una famiglia borghese, dopo il trasferimento a Londra, avvenuto quando aveva sedici anni, frequentò il liceo francese e iniziò a studiare danza. Dopo aver intrapreso la professione di fotomodella, studiando nello stesso tempo recitazione, esordì come attrice nella commedia di Richard Lester, The knack (1965; Non tutti ce l'hanno), e l'anno seguente lavorò con Roman Polanski che le affidò una piccola parte in Cul-de-sac (Cul de sac). Fu nel 1967 che, pur con due ruoli marginali, riuscì ad attirare l'attenzione della critica. Interpretò, infatti, accanto a David Niven e Peter Sellers, un'affascinante spia in Casino royale (James Bond 007 ‒ Casino Royale), film diretto da John Huston, Ken Hughes, Robert Parrish, Val Guest e Joseph McGrath; quindi, giunta a Hollywood e firmato un contratto a lungo termine con la 20th Century-Fox, si fece apprezzare in Two for the road (Due per la strada) di Stanley Donen. Nel 1968 recitò in The sweet ride (L'onda lunga) di Harvey Hart, che le valse la candidatura al Golden Globe l'anno successivo; sempre nel 1968, inoltre, ebbe l'occasione di sostituire Mia Farrow, accanto a Frank Sinatra, in The detective (Inchiesta pericolosa) di Gordon Douglas, e affiancò Steve McQueen in Bullit di Peter Yates. È stata poi la figlia di Roy Bean (Paul Newman) in The life and times of judge Roy Bean (1972; L'uomo dai sette capestri) di Huston. Nel 1973 ha dapprima interpretato la vicina di casa dello scrittore di racconti di spionaggio (Jean-Paul Belmondo) in Le magnifique (Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo) di Philippe de Broca e, quindi, nel doppio ruolo di Julie Baker/Pamela in La nuit américaine (1973; Effetto notte) di François Truffaut, si è rivelata alle platee e alla critica internazionale. Nel 1979 ha ricevuto la seconda candidatura al Golden Globe come migliore attrice per il film Who is killing the great chefs of Europe? (1978; Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d'Europa) di Ted Kotcheff, una raffinata commedia gialla. Due anni dopo si è occupata della produzione del film Rich and famous (1981; Ricche e famose) di George Cukor, in cui, accanto a Candice Bergen, ha offerto un'ottima prova disegnando la figura di una sensibile e nevrotica scrittrice. Dopo l'incisiva interpretazione della moglie infedele, al fianco di Albert Finney, in Under the volcano (1983; Sotto il vulcano) ancora di Huston, per la quale ha ottenuto una nuova candidatura al Golden Globe come migliore attrice non protagonista, ha saputo destreggiarsi tra il farsesco Scenes from the class struggle in Beverly Hills (1989; Scene di lotta di classe a Beverly Hills) di Paul Bartel, il biografico Rossini! Rossini! (1991) di Mario Monicelli e l'erotico Wild orchid (1990; Orchidea selvaggia) di Zalman King. Claude Chabrol le ha poi offerto la possibilità di esprimere compiutamente il suo talento in La cérémonie (1995; Il buio nella mente), tanto da conquistare un'ennesima candidatura, questa volta al César, con il ruolo di una ricca e colta signora dell'alta borghesia, vittima con la sua famiglia di un omicida odio di classe. Nel ruolo di madre è apparsa, negli anni Novanta, sia nel film in costume drammatico-sentimentale di Marshall Herskovitz Dangerous beauty (1998; Padrona del suo destino), in cui impartisce lezioni di seduzione alla figlia, sia in due grandi film per la televisione Joan of Arc (1999; Giovanna d'Arco) di Christian Dugay e Jesus (1999; Gesù) di Roger Young.
F. Chalais, Cent portraits sans retouche, Paris 1995, pp. 93-96.