RUYSDAEL (o Ruisdael; pr. röisdal), Jacob Isaacksz van
Pittore, nato a Haarlem nel 1629, morto ad Amsterdam il 12 marzo 1682. Figlio del corniciaio, rivenditore di quadri e mediocre pittore Isaack van R. (la famiglia professava la religione anabattista), si formò come pittore paesista sotto Salomone van Ruysdael, fratello del padre, o forse anche nello studio di Cornelis Vroom. Fu assai precoce: e si hanno quadri firmati di sua mano dell'anno 1646, quando dunque non aveva più di 17 anni. Nel 1648, fu ammesso come maestro nella corporazione dei pittori a Haarlem. In questo periodo dipingeva con preferenza vedute della spiaggia marina e delle dune, vicine alla città nativa: sentieri sabbiosi fra le basse colline verdi, con qualche stagno paludoso o un boschetto arruffato dalle intemperie; amava pure di rappresentare sotto l'ampio cielo nuvoloso la pianura olandese vista da quelle medesime dune, con la città di Haarlem in lontananza e più vicini i prati estivi dove si vedono panni stesi al sole. A piè delle dune qualche volta si osservano le rovine del castello dei Brederode, oppure una semplice fattoria dai tetti rossi.
Nel 1650 il R. fece con Nicolaes Berchem, poco prima tornato dall'Italia, un viaggio a Bentheim, capoluogo della contea omonima sul confine dell'Overijssel. Vi conobbe per la prima volta il paesaggio romantico della montagna con selve e cascate: e da allora affermò una sua interpretazione più eroica della natura osservata. Le composizioni si fanno più visionariamente maestose. Gruppi dominanti di alberi o rocce contribuiscono a scompartire il paesaggio in poche masse essenziali anche dove i motivi sono molteplici, non senza influsso di Allaert van Everdingen. La funzione della luce cambia e rileva di più i contrasti. Veramente grandiosi riescono anche quadri di piccolo formato, fra cui nevicate austere, piene di atmosfera.
Nel 1656 il maestro si trasferì ad Amsterdam; ne ebbe tre anni dopo la cittadinanza. La sua arte aveva sempre maggior successo. Fra il 1656 e il '60 Meindert Hobbema fu suo scolaro e servitore. Il Wouwermans e A. van Ostade a Haarlem, il Lingelbach e A. van de velde ad Amsterdam collaborarono con lui per le figure di alcuni quadri. Il R., che si era laureato anche in medicina (1676), morì facoltoso ad Amsterdam e fu sepolto signorilmente a Haarlem, né va confuso con un omonimo suo cugino, morto in povertà nel 1681, pittore paesista di scarsa fama.
Le opere conosciute di Jacob van R. ammontano a più di 630. Fra le più famose sono: il Mulino di Wijck bij Duurstede nel Rijksmuseum di Amsterdam, dove si ammirano del maestro anche altri 12 quadri; il Panorama con la città di Haarlem, nella Mauritshuis a L'Aia; il Cimitero degli Ebrei nella Galleria di Dresda; il Pantano nell'Ermitage a Leningrado, dove sono altre sedici opere del maestro; la Cascata nella collezione Wallace a Londra, ecc. In Italia il R. è rappresentato con due ottimi quadri agli Uffizî, nella collezione di Palazzo Bianco a Genova con un lavoro giovanile, e con due dipinti nella Pinacoteca di Torino.
Fra i seguaci contemporanei del R. sono da menzionarsi: Willem Dubois, Claes Molenaer, Jan van der Meer I, Roelof Vries, Adriaan Verboom, Gerrit van Hees, Jan van Kessel e Carel Decker.
V. tavv. XCIII e XCIV.
Bibl.: C. Hofstede de Groot, Beschreibendes und kritisches Verzeichnis, IV, Esslingen-Parigi 1911 (con catal. delle opere); J. Rosenberg, Jacob van R., Berlino 1928 (con catalogo critico e molte tavole); Kurt E. Simon, J. v. R., Berlino 1930; H. F. Wijnman, Het Leven der R., in Oud-Holland, XLIX (1932), pp. 49-60, 173-81, 258-75 (con molti dati nuovi); A. Graves, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIX, Lipsia 1935 (con bibl.).