BANDI, Ivo
Di antica famiglia toscana, nacque nel 1867 a Tagliacozzo, ove il padre Giuseppe, scrittore ed ex garibaldino, era stato inviato in missione col grado di maggiore dell'esercito italiano al comando delle truppe per la repressione del brigantaggio politico nella Marsica. Compì gli studi universitari a Pisa, allievo prediletto dell'anatomico Guglielmo Romiti, e si laureò in medicina e chirurgia nel 1892. Poco dopo la laurea, diresse per un certo periodo l'ospedale di Livorno, finché, nel 1899, fu nominato medico di porto a Messina, colpita da una grave epidemia di peste: questa occasione valse ad indirizzare definitivamente tutti i suoi studi verso l'immuno-batteriologia. Stroncata l'epidemia con l'impiego del vaccino antipestoso, subito dopo si recò a Bombay e in altre città dell'India, in Spagna, in Portogallo, paesi fiagellati dalla peste, per approfondire le sue conoscenze su questa malattia. In breve acquistò meritata fama, tanto che, nel 1901, accogliendo l'invito del governo brasiliano, si recò a fondare e dirigere l'Istituto batteriologico dello stato di San Paolo; durante la sua permanenza in Brasile, fu anche inviato in missione a Rio de Janeiro per combattere la febbre gialla. Nel 1902 conseguì la docenza in igiene sperimentale e batteriologia. Tornato in Italia, nel 1904 fondò a Siena, in collaborazione con Achille Sclavo, l'Istituto sieroterapico e vaccinogeno toscano, ove, negli anni successivi, svolse la sua attività di ricercatore. Nel 1910 si trasferì a Napoli, per lavorare nell'Istituto di igiene diretto da Vincenzo De Giaxa, che lo ebbe carissimo e prezioso collaboratore: insieme, i due studiosi lavorarono e viaggiarono, trattenendosi a lungo a Monaco di Baviera, ad Amburgo, a Bruxelles, a Lilla, a Londra, per visitare i moderni istituti di medicina sperimentale. Successivamente, il B. si recò anche in Africa, ove arricchì le sue cognizioni sulle malattie tropicali, raccogliendo importanti dati casistici in Egitto, in Tunisia, in Algeria, in Marocco, fino a Beni-Ounif, al limitare del Sahara. Nel 1911 fu chiamato a Livorno per combattere una grave epidemia di colera: per il coraggio e l'abnegazione dimostrati in tale circostanza, meritò pubblici encomi ed attestati di benemerenza. Tornato a Napoli, nel 1914 vi fondò l'Istituto sierovaccinoterapico italiano, imponente complesso tecnico-scientifico edificato sulla collina dell'Arenella. Successivamente, per incarico governativo, resse la cattedra di igiene e patologia coloniale nel riordinato Istituto orientale di Napoli. Durante la prima guerra mondiale, per incarico del governo, preparò sieri e vaccini per l'esercito. Lavorò incessantemente, rimanendo in cattedra all'Istituto orientale, fino alla sua morte, avvenuta a Napoli, l'8 febbraio 1926.
Il B. fu un appassionato cultore della batteriologia e dell'immunologia, acuto osservatore, ricercatore instancabile. Già nel 1899 indagò sull'esistenza e sul valore biologico delle aggressine e delle antiaggressione. Durante la sua permanenza in Brasile ebbe modo di compiere importanti osservazioni sulla etiologia e la patogenesi della febbre gialla. Successivamente, negli anni trascorsi a Siena, pubblicò vari lavori sulla vaccinazione e sieroterapia antidifterica, e specialmente sulla sieroterapia bivalente, basata sulla presenza di anticorpi fagocitari sensibilizzati, donde l'associazione del siero antitossico e del siero antibatterico nelle applicazioni curative; il B. procedeva anche alla instillazione di siero bivalente sulla laringe dei malati di difterite ed otteneva la rapida scomparsa dei germi specifici, con l'utilizzazione del siero, nei portatori di germi. Nello stesso tempo, compiendo alcune osservazioni sulla spirocheta pallida, riuscì a dimostrarne l'esistenza, non soltanto attorno ai vasi e nelle trame connettivali, ma anche nel sangue e nelle sedi delle localizzazioni secondarie, persino nelle cellule, di alcuni organi ghiandolari (sulla presenza dello spirochaete pallido nel sangue e nelle manifestazioni secondarie dei sifilitici, Gazzetta degli Ospedali e delle Cliniche, XXVI[1905], pp. 884-885).
Nel campo delle malattie tropicali, affrontò interessanti argomenti di epidemiologia, mettendo a frutto l'esperíenza acquisita nei suoi viaggi in Africa. L'epidemia di colera del 1911, a Livorno, gli permise di compiere alcune osservazioni sulla presenza dei vibrioni colerici nelle acque potabili; inoltre, gli consentì la messa a punto di un metodo rapido di diagnosi batteriologica del colera (da lui già messo in evidenza nel 1902), basato sul fatto che se in un terreno liquido, addizionato di una conveniente quantità di un siero agglutinante, si semina il batterio omologo al siero e poi si coltiva a 37° C, la coltura, anziché svilupparsi con uniforme intorbidamento, si sviluppa a fiocchi o a granuli, costituiti da batteri agglutinati: tale prova, rivelatasi veramente preziosa nella pratica, è poi largamente entrata nell'uso corrente in batteriologia, col nome di "prova di Bandi" o "dell'agglutinazione nascente". In virtù della fama acquistata di batteriologo espertissimo e dotato di una salda preparazione, il B. fu invitato a redigere il capitolo "Tifo esantematico", nella prima edizione del trattato di Alessandro Lustig, Le malattie infettive dell'uomo e degli animali (II,parte IV, cap. VI, pp. 1139-1153, Milano 1915), trattando l'argomento, in relazione al tempo, con ricchezza di informazioni e chiarissima esposizione. Tra i suoi scritti principali si ricordano: La polmonite pestosa sperimentale, Messina 1899; Sulla preparazione di un siero antibacterico: suo valore profilattico e curativo,SãoPaulo 1902; Le epidemie coleriche delle Puglie e di Napoli, Firenze 1910; La terapia antidifterica bivalente rivista critica,Livorno 1911; Una visita ai focolai pestosi dell'Alto Egitto, Siena 1912; Le attuali conoscenze sulle schistosomiasi umane (Bilharziosi): conferenza,Firenze 1912; Contributo allo studio sulla identità delle leishmaniosi (reciprocità di alcune reazioni biologiche): nota preventiva, Roma1912; Epidemia colerica 1911: relazione,Livorno 1912; Lo stato attuale della sieroterapia antidifterica: sieri antitossici e sieri antibacterici: relazione,Siena 1913; Il siero antidifterico bivalente nella terapia locale della difterite: nota riassuntiva,ibid. 1913; Spunti di patologia nord-africana: ricordi di un'escursione scientifica in Tunisia,Firenze 1913; Sul pericolo dell'attecchimento della filariosi umana nelle zone nord-africane indenni: valore diagnostico della ricerca delle microfilarie nel sangue periferico,ibid. 1914.
Bibl.: A. Ferranini, I. B., in Riforma Medica, XLII (Napoli, il marzo 1926), n. 9, p. 216; I. S., Necrologio di I. B., in Annali di medicina navale e tropicale,I(1926), p. 268; V. Puntoni, Microbiologia medica,I,Roma 1949, pp. 209, 540 s.; G. Bizzarrini, I. B., in Attualità medica, XVI, 10 (1951), pp. 35 s.; I. Fischer, Biographisches Lexicon der hervorragenden Ärzte...,I, Berlin-Wien, 1932, p. 64; Enciclop. Ital.,App. I,pp. 24.