ivi
L'avverbio, letterario o comunque di uso non popolare, è abbastanza ben documentato nelle opere poetiche di D. (particolarmente nella Commedia e nel Fiore, mentre è presente una sola volta nelle Rime). In prosa, due sole occorrenze nella Vita Nuova.
Tre volte è adoperato in rima (If III 66, Pg XII 65, Pd XVI 46): in tutti i casi una delle parole è vivi; nel terzo, l'altro vocabolo è quivi.
Sono inoltre da tener presenti i seguenti due casi di varianti: in If XII 2, dove la '21 e Casella ci danno ‛ ivi ' (per quel ch'iv'er'anco), ci è dato ‛ vi ' da Petrocchi (per quel che v'er'anco; ma l'editore annota: " la variante... ch'iv'er'anco... è altrettanto soddisfacente che la lezione a testo "); in Pg XV 23 l'ivi portato dal Casella diventa quivi in Petrocchi: così mi parve da luce rifratta quivi dinanzi a me esser percosso, con questa osservazione: " ivi, in effetti, è ottimamente testimoniato; ma mi sembra che quivi segni meglio lo stacco tra il fenomeno descritto e ciò che in questo luogo e momento della narrazione venne a colpire la vista ".
Nei casi seguenti è determinato o ulteriormente precisato in un modo o in un altro: Pg XIV 8 due spirti... / ragionavan di me ivi a man dritta; If XXX 73 Ivi è Romena, là dov'io falsai / la lega suggellata del Batista; diversamente, ma ancora con la compresenza di là, in Pg IV 103 Là ci traemmo; e ivi eran persone / che si stavano a l'ombra dietro al sasso. In If I 127-129 va notata la compresenza di due quivi, con un loro altro valore: In tutte parti impera e quivi regge; / quivi è la sua città e l'alto seggio: / oh felice colui cu' ivi elegge! (cfr. anche XVIII 91-94 e Pg X 39-41). Per la compresenza di ‛ vi ', vedi Pg VII 79-81; di ‛ lì ', Pd II 91-93.
1. Con valore locativo, unitamente a verbi di quiete (per lo più), o di moto, riferendosi a luogo o punto o cosa nominati, espressi poco prima, con il significato di " in quel luogo ", " lì ", " là ", in Vn XXIX 1 lo primo mese è ivi [in Siria] Tisirin primo, e XXXVIII 6; Rime LXVII 38 Ristretta s'è entro il mezzo del core / ... e ivi si lamenta / d'Amor; If XVIII 91 Ivi con segni e con parole ornate / Isifile ingannò (va osservato che i., come in diversi altri casi, si trova all'inizio di verso e di periodo); XXV 76 Ogne primaio aspetto ivi era casso (Mattalia: " in quel mostruoso composto "), e I 129, III 66, XX 73, XXX 73; Pg I 128 ivi mi fece tutto discoverto / quel color che l'inferno mi nascose (Mattalia: " lì... oppure: sulle guance "); IX 31 Ivi parea che ella e io ardesse; X 41 iv'era imaginata quella / ch'ad aprir l'alto amor volse la chiave; XII 109 volgendo ivi le nostre persone; XXVIII 33 raggiar non lascia sole ivi né luna; e IV 52 e 103, VII 79, XII 65, XIII 4, XIV 8, XV 85, XVI 5 e 144, XXV 46, XXVII 51, XXIX 154; Pd XXII 64 Ivi è perfetta, matura e intera / ciascuna disianza; II 92, XVI 46; Fiore XXXIII 12 Ivi vernai con molto disconforto; XC 12 Ma già religïone ivi non grana (contestualmente: nei religiosi ipocriti); CXL 12 Allor si parte ed ivi fece punto (da rilevarsi l'uso locutivo, l'espressione ivi fece punto, " terminò lì il discorso ", probabilmente con valore di luogo-tempo: v. anche 2.); così anche XXIII 6, XCIV 8, CLXXX 7, CCXXIII 4; ha inoltre il valore di " in ciò ", in XC 3 E' sì vanno lodando la poverta, / e le ricchezze pescon co' tramagli, / ed ivi mettor tutti lor travagli.
2. Discusso, ma con una prevalenza ad attribuirgli un valore temporale, è l'i. di Pg XXXI 85 Di penter sì mi punse ivi l'ortica (Scartazzini-Vandelli: " allora, in quel momento. Altri intesero in ‛ quel luogo '; altri ‛ in quel termine di cose '. Il senso rende preferibile la prima interpretazione "; Mattalia: " a quel punto, allora; e anche lì: luogo-tempo "). Si aggiunga, analogamente, Fiore CLXXIX 13 Per che già femina non dee servire / insin ch'ella non è prima pagata; / ché quando ha fatto, e' si pensa fuggire, / ed ella si riman ivi scornata.
Bibl.-G. Rohlfs, Grammatica 904; G. Brodin, Termini dimostrativi toscani, Lund 1970, 27 e 206-211.