MAZEPA-KOLEDINSKYJ, Ivan Stepanovič
Etmano dell'esercito dei cosacchi ucraini, nato nel 1644, morto nel 1709. Fu uno dei più eminenti uomini politici dell'Europa orientale della fine del sec. XVII e del principio del XVIII, noto soprattutto per il tentativo di creare uno stato ucraino indipendente dalla Russia.
Educato alla corte del re di Polonia, Giovanni Casimiro, si ritirò poi in Ucraina, entrando tra gli ufficiali dell'esercito cosacco. Si segnalò presto fra i suoi commilitoni, per la sua cultura e per l'abilità con cui seppe destreggiarsi tra i varî partiti (partigiani di Mosca, della Turchia, della Polonia). Sulle prime sostenne l'etmano Dorošenko, del partito turco, per incarico del quale si recò in Turchia; ma preso per strada dai cosacchi del Zaporož e (i quali parteggiavano allora per Mosca), fu mandato a Mosca. Quivi rinnegò Dorošenko e promise di sostenere il partito moscovita. Tornato in Ucraina divenne presto uno dei più stretti collaboratori dell'etmano Samollovič (fautore di Mosca). Durante la spedizione contro i Tartari di Crimea, M. strinse amicizia col principe V.V. Golicyn, che era a capo dell'esercito russo e cominciò a tessere intrighi contro Samojlovič, che infatti fu ben presto rimosso dalla sua carica di etmano e sostituito da M. (1687), il quale fu confermato nella sua carica, anche quando il governo di Golicyn fu rovesciato dal giovane zar Pietro (1689). Durante le spedizioni contro Azov dello zar Pietro (1695-1696), M. prestò tutto l'aiuto possibile all'esercito russo; e diede un energico aiuto a Pietro anche sull'inizio della guerra svedese. Ma già alla fine del 1705 M. cominciò ad avere dubbî: il re di Svezia, Carlo XII, stava ottenendo il sopravvento in Polonia sull'alleato di Pietro, Augusto, al cui posto veniva proclamato il candidato di Carlo, Stanislao Leszczyński. M. reputò giunto il momento favorevole per cominciare a liberarsi dal controllo di Pietro, e di raggiungere l'autonomia ucraina sotto il potere sovrano del re di Polonia. Egli calcolava sull'aiuto di Carlo XII, col quale (come anche con Stanislao Leszczyński) era entrato nel 1706 in trattative segrete. Ma queste trattative furono conosciute e denunciate a Pietro, il quale, lungi dal prestare fede ai due denunciatori (il giudice generale Kočubej e il colonnello Iskra) li consegnò a M. che li fece giustiziare. M. comprese, ciò nonostante, quanto fosse poco sicura la sua situazione e concluse un trattato segreto con Carlo XII, che s'impegnò a mandare un esercito svedese in Ucraina, dietro le promesse di M. di fornire quartieri invernali agli Svedesi e approvvigionamenti al loro esercizio. Nell'autunno del 1708 così Pietro come Carlo mossero le loro truppe in Ucraina. M. rimase per qualche tempo neutrale. Ma, alla fine dell'ottobre del 1708, con un esercito di 2000 cosacchi egli si congiunse apertamente a Carlo. Privato della carica di etmano e scomunicato, M. dovette accorgersi ben presto di aver sbagliato i suoi calcoli. La gran massa del popolo ucraino rimase fedele a Mosca. La battaglia decisiva presso Poltava fu vinta da Pietro. Carlo e M. subirono una completa disfatta e dovettero fuggire in Turchia. Due mesi dopo M. morì.
Così la politica di M. costruita su intrighi e su trattative segrete finì in una catastrofe completa e portò con sé solo un più rapido assorbimento dell'Ucraina nell'impero russo. Risultati più solidi ebbe l'azione culturale di M., che spendeva grandi somme per la costruzione di nuove chiese a Kiev, a Černigov e in altre città ucraine. Al periodo della sua carica di etmano appartiene lo sviluppo del cosiddetto "barocco ucraino". Fornito di una buona cultura, M. incoraggiò l'incremento dell'istruzione in Ucraina, soprattutto fra gli ufficiali cosacchi.
Bibl.: F. Umanec, Hetman Mazepa, Peitroburgo 1897. Vedi pure la bibliografia delle voci: pietro il grande; russia: Storia; e ucraina: Storia.