Fisiologo russo (Rjazan´ 1849 - Leningrado 1936). Dopo essersi laureato a Pietroburgo in scienze naturali (1875) e in medicina (1879), studiò in Germania (1884-86) con C. F. Ludwig a Lipsia e P. Heidenhain a Breslavia. Nel 1890 divenne prof. di farmacologia e nel 1895 di fisiologia all'Accademia militare di medicina a Pietroburgo. Diresse il dipartimento di fisiologia dell'Istituto di medicina sperimentale (dal 1891) e l'istituto di fisiologia dell'Accademia delle scienze (dal 1925), i due più importanti centri a Leningrado della scuola pavloviana. Dal 1907 fu socio straniero dei Lincei. Nel primo periodo della sua produzione scientifica (1874-1901), P. si dedicò allo studio delle funzioni del sistema circolatorio e del sistema digerente, impiegando una metodologia rigorosa e tecniche originali, come le fistole per la raccolta e l'analisi della saliva, del succo gastrico (metodo del piccolo stomaco di P.) e del succo pancreatico (Centrobežnye nervy serdca «Nervi centrifughi del cuore», 1883; Lekcii o rabote glavnych piščevaritel´nych želez «Lezioni sull'attività delle principali ghiandole digestive», 1897). Nel 1904 ottenne il premio Nobel per le ricerche sul sistema digerente. Successivamente (1901-36), P. spostò le sue ricerche sui meccanismi nervosi che mediano la formazione dei riflessi condizionati. Questo tipo particolare di riflesso era stato osservato e descritto durante gli studi sul sistema digerente come «secrezione salivare psichica», prodotta dalla vista o dall'odore del cibo e non dal suo contatto diretto con la mucosa della lingua dell'animale, e divenne il fondamento della «teoria dell'attività nervosa superiore» verificata da P. in numerosi esperimenti e presentata in vari libri e articoli (Dvadcatiletnij opyt ob´ektivnogo izučenija vysšej nervnoj dejatel´nosti (povedenija) životnych. Uslovnye refleksy «Esperienza ventennale di studio oggettivo dell'attività nervosa superiore (comportamento) degli animali. Riflessi condizionati», 1923; Lekcii o rabote bol´šich polušarij golovnogo mozga «Lezioni sull'attività degli emisferi cerebrali», 1927). Per P. il comportamento animale e umano era il prodotto dell'«attività nervosa superiore», che si svolgeva mediante associazioni o connessioni tra centri neuronali della corteccia cerebrale e i riflessi condizionati erano la manifestazione fondamentale di tale attività corticale. La formazione del riflesso condizionato poteva essere dimostrata osservando semplicemente il comportamento «manifesto» dell'animale (un esempio classico è il seguente: il cane produce la risposta incondizionata della salivazione quando il cibo o stimolo incondizionato entra in contatto diretto con la mucosa della sua lingua; se si fa precedere il cibo dal suono di un campanello, allora dopo un certo numero di queste associazioni stimolo condizionato/suono e stimolo incondizionato/cibo, il cane produce la salivazione o risposta condizionata alla sola presentazione del suono; il riflesso dapprima incondizionato è divenuto condizionato, legato alla condizione associativa specifica). P. ipotizzò vari processi neurofisiologici alla base della formazione dei riflessi condizionati, ma non li studiò mai direttamente con le tecniche all'epoca disponibili delle lesioni cerebrali o delle registrazioni elettrofisiologiche. Per questo motivo il sistema nervoso delineato da P. fu considerato un «sistema nervoso concettuale», fondato appunto su principi concettuali e non su osservazioni dirette. P. estese la propria teoria allo studio dei processi psichici umani, in particolare il linguaggio, e a quello dei disturbi psichiatrici. Nei famosi «mercoledì» pavloviani furono raccolte le discussioni che egli aveva ogni settimana con i suoi allievi sui problemi della psicologia e della psichiatria (Pavlovskie sredy «Mercoledì pavloviani», 3 voll., 1949; Pavlovskie kliničeskie sredy «Mercoledì clinici pavloviani», 3 voll., 1954-57). La teoria pavloviana ebbe una grande diffusione in Unione Sovietica nella prima metà del Novecento e raggiunse una posizione egemone nel 1950, allorché fu considerata la teoria «ufficiale» dei ricercatori sovietici sui rapporti tra cervello e comportamento. Successivamente vi fu un graduale declino della scuola pavloviana, cui subentrarono indirizzi più vicini alle ricerche neurofisiologiche e psicologiche occidentali.