JARNOVIĆ (Jarnowick, Jarnovicki, Giornovichi), Ivan Mane (Giovanni Mane)
Il luogo di nascita di questo musicista italiano - noto come Giornovichi, ma in Germania e in Francia come Jarnowick - è spesso indicato come Palermo (The New Grove) o Ragusa in Sicilia: lo J. nacque più probabilmente a Ragusa in Dalmazia (Dubrovnik) il 26 ott. 1747.
Il Mooser (1950) fissa invece l'anno di nascita al 1740, sulla base di quanto dichiarato da un ammiratore russo all'indomani della morte dello J. - avvenuta a San Pietroburgo nel 1804 -, secondo il quale questi sarebbe morto all'età di sessantaquattro anni. Robineau (1816) sostiene invece che lo J. morì all'età di sessantanove anni, notizia che fisserebbe l'anno di nascita al 1735.
Sempre il Mooser (1950) ipotizza che lo J. fosse figlio di Giovan Maria Gernovick, un singolare personaggio, direttore di una compagnia di ballerini e saltatori di corda che nel carnevale del 1751 si esibì al teatro dei Risvegliati di Pistoia, e successivamente alla corte di Russia durante il regno della zarina Elisabetta. Lo stesso personaggio fu poi a Parigi nel 1769, coinvolto in una querelle per aver messo in vendita pappagalli esotici, suscitando le proteste dei mercanti della città.
Forse allievo tra il 1760 e il 1769 di A. Lolli a Stoccarda, ove poté acquisire una eccezionale padronanza della tecnica violinistica, lo J. ebbe ben presto fama di grande virtuoso. Nel 1769 si trasferì a Parigi: dagli archivi dell'Académie royale de musique risulta che in quell'anno fu chiamato in causa dal musicista belga François Cupis con l'accusa di diffamazione, molestie e minacce di morte (Mooser, 1950, p. 65); è questa la prima testimonianza del carattere arrogante e facinoroso che condizionerà tutta l'esperienza umana e artistica dello Jarnović. Sappiamo comunque che il 25 marzo 1773 fece il suo primo importante esordio nell'ambiente musicale parigino esibendosi al Concert spirituel, in cui ottenne un successo straordinario che favorì l'immediata pubblicazione dei suoi concerti. Attivo a Parigi in più occasioni, sia nei Concerts spirituels sia nei Concerts des amateurs tra il 1775 e il 1777, entrò contemporaneamente a far parte dell'orchestra del principe di Rohan-Guéménée, ma, ancora una volta per il suo carattere arrogante e litigioso che destò spesso scandalo, nel 1779 fu costretto ad abbandonare Parigi. Trasferitosi a Francoforte sul Meno, dopo aver fatto alcune apparizioni in pubblico, proseguì per Berlino ove entrò, come Konzertmeister, al servizio del principe ereditario di Prussia Federico Guglielmo; per contrasti sorti con il violoncellista J.-P. Duport, nel 1782 abbandonò Berlino e intraprese una lunga tournée di concerti in varie città della Germania, Austria, Polonia (fu tra l'altro a Varsavia, ove con il nome Zarnowity eseguì le sue ultime composizioni "avec […] une facilité inimitable"; Schneider, p. 22), Scandinavia e Russia, ovunque acclamato per il suo virtuosismo.
Agli inizi del 1783 si trasferì a San Pietroburgo, ove rimase sino al 1786 come primo violinista al servizio dell'imperatrice Caterina II. Nel 1786 si recò a Vienna esibendosi in una serie di concerti che destarono grande impressione su L. Mozart, K. von Dittersdorf e A. Gyrowetz; sempre a Vienna ebbe poi l'occasione di suonare con W.A. Mozart tra i solisti di Bernard von Kees. Nell'aprile del 1789 fu a Mosca, quindi nel marzo 1791 a Londra, ove si esibì regolarmente sino al 1796, apparendo più volte nei Salomon's Hanover Square Rooms. La carriera concertistica lo portò poi in Irlanda e a Edimburgo, e fu più volte a Bath, apparendo nella duplice veste di violinista e direttore d'orchestra. In seguito a contrasti sorti con G.B. Viotti abbandonò gli Hanover Square Concerts, continuando a suonare nel rivale Professional Concert. Ancora una volta in difficoltà per il suo comportamento arrogante, entrò in aperto contrasto con Federico Augusto duca di York e con J.B. Cramer che, secondo quanto riferito dal Gerber, lo avrebbe sfidato a duello.
Alla fine del 1796 lasciò Londra e iniziò una nuova tournée in varie città del continente, per stabilirsi poi ad Amburgo ove, più che all'attività di violinista, si dedicò al gioco del biliardo. Nel marzo del 1802 diede una serie di fortunati concerti a Berlino, quindi nell'autunno successivo tornò a San Pietroburgo: attivo anche come direttore nell'orchestra di corte, nel 1803 eseguì un suo concerto tra il primo e il secondo atto de La serva padrona di G. Paisiello.
Lo J. morì a San Pietroburgo il 23 nov. 1804 e gli furono tributati funerali solenni.
Secondo quanto riportato sulla Berliner Musikzeitung del 1793 (cfr. The New Grove, p. 890), il suo stile esecutivo, particolarmente gradevole sul piano espressivo, era apprezzato sia dai conoscitori sia dagli amatori, anche se - contrariamente a quanto riporta Kelly -, le sue sonorità erano piuttosto limitate. La sua fama è legata soprattutto ai concerti per violino, che riflettono eloquentemente il suo stile interpretativo. In tre movimenti e in tonalità maggiore, tanto semplici nella struttura e sul piano armonico quanto gradevoli ma limitati nell'espressione, essi sono rappresentativi dell'ultimo stadio dello stile galante. Per lo più privi di drammaticità e di quell'ampiezza di respiro, nonché del carattere sinfonico individuabili nei concerti per violino di Viotti, manifestano comunque gusto, abilità di scrittura e originale immaginazione.
In particolare lo J. contribuì alla definizione di alcuni aspetti tipici del concerto per violino in Francia intorno agli anni Settanta, come peraltro dimostrato dalle numerose edizioni dei suoi concerti pubblicati sia in Francia sia in Inghilterra, anche in arrangiamenti per pianoforte e altre riduzioni non sempre conformi all'originale, apparsi anche in epoca moderna presso vari editori. Tra l'altro fu considerato un vero pioniere della romance, che divenne il più caratteristico dei movimenti lenti, e contribuì anche all'affermarsi del rondò come finale. I primi movimenti dei suoi concerti riflettono le convenzioni della forma sonata classica in maniera molto più definita di quanto abbiano fatto i suoi contemporanei negli anni Settanta, fatta eccezione per Mozart. Secondo il Mooser fu l'ultimo dei grandi violinisti-compositori italiani che ebbero l'onore di essere chiamati al servizio della corte di Russia, ove furono particolarmente apprezzati i suoi concerti anche per certe libertà formali non prive di eleganza, sentimento e soluzioni virtuosistiche di grande originalità.
Lo J. scrisse sicuramente ventidue concerti, pubblicati tra il 1773 e il 1796, di cui diciassette sono pervenuti nella forma originale (sei nell'op. I; sei nell'op. II; tre nell'op. III; due senza numero d'opera). Generalmente l'orchestrazione si presenta secondo il tipico stile classico: archi, due oboi e due corni, cui raramente vengono aggiunti fagotti e timpani, utilizzati nel "tutti". La linea melodica è affidata solitamente ai violini, con occasionali interventi delle viole, mentre nei passaggi solistici l'accompagnamento è affidato ai secondi violini, secondo una caratteristica tipicamente italiana apparentemente derivata da G. Tartini.
Composizioni: l'opera teatrale Abroad and at home, in collaborazione con A.E.M. Grétry e W. Shield (libretto di G. Holman, London 1796); oltre ai concerti citati in precedenza: 2 Violin concertos (arrangiati dallo J. per pianoforte e violino, London 1795 circa); 2 Favourite concertos (arrangiati da J. Dussek per pianoforte e violino, ibid. 1795 circa; come nn. 17 e 18, Paris s.d.); Giornovichi's concerto (arrangiato da J.B. Cramer per pianoforte e strumenti, London 1796); Violin concerto (arrangiato da D. Corri per clavicembalo, Edinburgh s.d.); Concerto (arrangiato da Lachnith per pianoforte, 2 violini e basso, Paris s.d.); Celebrated concerto (arrangiato da S. Dussek per arpa o pianoforte, con violino e basso ad libitum, 1800 circa); inoltre sonate, rondò, variazioni e varia musica da camera, tra cui: Favorite sonata (arrangiata dallo J. per pianoforte o clavicembalo e violino, London 1792); Favorite duet (violino e violoncello o 2 violini, Paris 1786 circa; London 1788 circa; Amsterdam 1790 circa); 6 Duos concertants (2 violini, Paris 1793 circa; London 1795 circa); 6 Duos dialogués (2 violini, Paris s.d.); 3 Quatuors concertants (2 violini, viola e violoncello, Hamburg-Berlin-Paris 1800 circa); 6 Airs variés (violino e violoncello, Berlin-Amsterdam 1782 circa; Paris 1783 circa), e altre composizioni strumentali, anche manoscritte, conservate in varie biblioteche italiane e straniere.
Fonti e Bibl.: Mémoires secrets de Bachaumont, London 1785, VIII, p. 47; X, p. 95; Allgemeine musikalische Zeitung, I (1798), p. 762; II (1799), p. 315; III (1800), p. 835; IV (1801), pp. 333, 478, 700; VII (1804), pp. 240 ss.; X (1807), p. 379; XVI (1813), p. 872; C. Ditters von Dittersdorf, Lebensbeschreibung, Leipzig 1801, pp. 207, 210; Berlinische Musik Zeitung, I (1805), p. 4; A. Robineau, Les caprices de la fortune, Paris 1816, p. 17; M. Kelly, Reminiscences, I, London 1826, p. 227; W.T. Parke, Musical memoirs, I, London 1830, p. 196; A. Gyrowetz, Biographie des Adalbert Gyrowetz, Wien 1846, pp. 10 ss.; C.F. Pohl, Mozart und Haydn in London, Wien 1867, p. 129; E. Campardon, Les spectacles de la foire, I, Paris 1877, pp. 380 s.; Id., L'Académie royale de musique au XVIIIe siècle, I, Paris 1884, p. 159; L. Bernacki, Teatr, dramat i muzyka za Stanislava Augusta (Teatro, dramma e musica per Stanislao Augusto), I, Lwow 1925, pp. 242 s.; A. Schering, Gesch. des instrumental. Konzerts, Leipzig 1927, p. 171; A. Schneider, Un virtuose croate en France au XVIIIe siècle: I.M. J., in Annales de l'Institut français de Zagreb, VI-VII (1942-43), pp. 22, 63-85; M. Brenet, Les concerts en France sous l'ancien régime, Paris 1900, pp. 302, 311, 317; R.A. Mooser, Violinistes-compositeurs italiens en Russie au XVIIIe siècle, VIII, Giovanni - M. Giornovicchi dit Jarnowick, in Rivista musicale italiana, LII (1950), pp. 64-70; Id., Annales de la musique et des musiciens en Russie au XVIIIe siècle, Genève 1951, II, pp. 166, 181, 342, 365 s., 379-381, 391, 419, 436, 521, 530, 535, 547, 572; III, p. 895; S. Djurić-Klajn, Un contemporain de Mozart, I.-M. J., in Bericht über den Intern. musikwissenschaftlichen Kongress, Wien Mozartjahr 1956, Graz 1958, pp. 134-138; E.L. Gerber, Neues historisch-biographisches Lexikon der Tonkünstler, I, Graz 1966, coll. 329-331; N.K. Nunamaker, The virtuoso violin concerto before Paganini: the concertos of Lolli, Giornovichi and Woldemar, diss., Indiana University, 1968; C. White, The violin concertos of Giornovichi, in Musical Quarterly, LVIII (1972), pp. 24-45; A. Chiappelli, Storia del teatro in Pistoia, Pistoia 1981, pp. 132, 228; W. Lebermann, RISM und Giornovichi (Jarnovick). Die Violinkonzerte, in Die Musikforschung, XXXVIII (1985), pp. 281-288 (con il catalogo tematico dei concerti); J. Boškovič, Gdje je i kad rodjen I.M. J.? (Dove e quando nacque I.M. J.?), in Marulić, XIX (1986), pp. 239-250; risposta di L. Županovič - S. Tuksar, in Arti musices, XVII (1986), pp. 147-156; S. Žmikić, I.M. J.: pokušaj logićkog razmišljanja o njegovom prezimenu (I.M. J.: pensare logicamente il suo cognome), in Sveta Cecilija, LVII (1987), pp. 67-69; V. Katalinić, Sonatni stil i njegove značajke u violinskim Koncertima Ivana Jarnovića (Lo stile sonatistico e le sue caratteristiche nei concerti per violino di I. J.), in Arti musices, XXI (1990), pp. 175-192; C. White, From Vivaldi to Viotti: a history of the classical violin concerto, Philadelphia 1992, ad ind.; The catalogue of printed music in the British Library to 1980, XXIII, London-München 1983, pp. 324-326; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, IV, pp. 429 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon derMusiker, VI, pp. 258 s.; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, VI, coll. 1771-1776 (s.v. Jarnowick); Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 750; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), IX, pp. 890 s. (s.v. Giornovichi, Giovanni M.).