KRASKO, Ivan (pseudonimo di Ján Botto)
Poeta slovacco nato a Lukovištie (Gemer) il 12 luglio 1876, morto a Piešt'any il 3 marzo 1958. Frequentò il ginnasio a Rimavská Sobota, Sibín, Prešov, e il Politecnico a Praga. Fece dapprima l'ingegnere in una fabbrica di prodotti chimici, e dopo la prima guerra mondiale fu membro del Senato cecoslovacco. I suoi primi versi apparvero in riviste con diversi pseudonimi (Janko C., J. C., Janko Cigáň).
Le sue due uniche raccolte, Nox et solitudo (1909) e Verše ("Versi", 1912), pervase d'un rassegnato pessimismo, esercitarono uno straordinario influsso sullo svolgimento della lirica slovacca, sia per i raffinati ritmi che per le suggestive metafore. Portando nella poesia di questo piccolo popolo lo spirito del simbolismo europeo, K. diede inizio alla corrente che prese nome di "Slovenská moderna". La poesia di K. unisce temi intimistici (la solitudine dell'uomo dinanzi al proprio destino) a scatti di insofferenza per la grettezza della società del suo tempo, e trova a volte accenti filosofico-religiosi che ci rimandano agli esempî dell'antica poesia slovacca.
Bibl.: J. Brezina, Ivan Krasko, Bratislava 1946.