Ivafe
(IVAFE), s. f. inv. Acronimo di Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero.
• Sono poi 100mila i cittadini italiani che hanno dichiarato immobili situati all’estero per un valore di circa 21 miliardi di euro, e 71mila quelli che hanno dichiarato attività finanziarie fuori dai confini nazionali, per un ammontare di 18,5 miliardi, tassati con una nuova specifica imposta Ivafe. (Luigina Venturelli, Unità, 23 marzo 2013, p. 10, Economia) • Una risposta dettagliata viene fornita da Salvatore Sanna, esperto in materia di Eutekne: «Chi detiene legalmente i capitali all’estero deve innanzitutto indicare la consistenza di tali investimenti all’interno dell’apposito modulo RW della dichiarazione dei redditi ed assolvere le imposte patrimoniali sui beni posseduti all’estero, che equivalgono nella sostanza a quanto dovuto per speculari patrimoni immobiliari o mobiliari posseduti in Italia». Le imposte da pagare sono l’IVAFE dello 0,15%, che è l’equivalente del bollo che richiedono le banche italiane per gli investimenti finanziari stipulati attraverso di esse, e l’IVIE, l’imposta sul valore degli immobili esteri equivalente all’Imu che ha un’aliquota dello 0,76%. (M. Fr., Repubblica, 14 ottobre 2013, Affari & Finanza, p. 59) • la convenzione fa esplicito riferimento a: (1) chierici e membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita apostolica, (2) dignitari, impiegati e salariati, anche non stabili, e i pensionati della Santa Sede e di altri enti ecclesiastici, (3) persone giuridiche (come Istituti, Ordini, Congregazioni ecc. ed altri enti con personalità giuridica canonica o civile vaticana) fiscalmente residenti in Italia e che siano titolari di attività finanziarie detenute presso enti di credito con sede nello Stato del Vaticano. Aderendo alla sanatoria ‒ seguendo le disposizioni attuative che saranno indicate dall’Agenzia delle Entrate ‒ si paga per gli anni 2009, 2010 e 2011 un’aliquota sostitutiva del 20% sui redditi di capitale e di natura finanziaria; invece per il 2012 e 2013 si versa la stessa imposta dovuta sul valore dei prodotti finanziari detenuti all’estero (l’Ivafe, pari a circa l’1-2 per mille annuo). (Vittorio Spinelli, Avvenire, 14 aprile 2016, p. 23, Economia & Lavoro).