Vedi IUVAVUM dell'anno: 1961 - 1995
IUVAVUM (v. vol. IV, p. 278)
Il nome, preromano, di matrice celtica è attestato anche come luavum; mentre la forma Vianiomnia, che compare in un passo pliniano (Nat. hist., III, 146), è da interpretarsi come un'alterazione. Il territorio comprendeva l'odierna regione federale di Salisburgo (senza il Lungau), la Baviera a E dell'Inn, una parte del Tirolo, della regione dell'Inn, l'Attergau e forse anche una parte della valle dell'Enns in Stiria. Nella zona del corso inferiore del Salzach (Ivarus nella Tabula Peutingeriana) si stanziarono gli Alauni; oggi si suppone che questo popolo avesse un suo punto di riferimento sul Rainberg, nonostante che Karlstein - situata presso Bad Reichenhall in Germania - fosse stata sicuramente più importante, come dimostrano le coniazioni di monete celtiche.
Il suo impianto si sviluppò fino a diventare un importante centro abitato, la cui ricchezza si irradiò anche nei dintorni, a causa della favorevole posizione in cui si trovava, all'incrocio tra l'importante passo alpino che conduceva nella zona abitata dai Tauri e la strada che costeggiava le Alpi da Ovilava fino ad Augusta Vindelicum (Augsburg).
Nel 69 d.C. Sestilio Felice, governatore del Norico e sostenitore di Vespasiano, con le truppe di stanza nella regione occupò la riva dell'Inn (Tac., Hist., III, 5, 2). Durante le guerre germaniche dell'imperatore Marco Aurelio I. venne distrutta; dopo una fase di ricostruzione sotto i Severi, a partire dal 230, le guerre alamanniche causarono nuove devastazioni. Durante l'età costantiniana si ebbe un nuovo, breve periodo di sviluppo; in seguito però, tra il 401 e il 406, i Vandali e gli Alani si stanziarono nelle campagne del Norico occupando una parte del territorio di Iuvavum. Con la fine del IV sec. terminò la circolazione monetaria; nel 431 e 453 gli eserciti degli Unni si spinsero contro Iuvavum. Verso il 460 la presenza del Cristianesimo è testimoniata da una basilica iuxta oppidum quod Iuvao appellatur (P. L., LXII, 1167) e a Cucullae (Kuchl) attraverso l'attività di S. Severino. Tra Salisburgo e il passo Lueg era compresa una chiusa enclave romanizzata: alcune comunità sono individuabili nella zona di Flachgau, in siti oggi riconoscibili per i loro toponimi terminanti in walchen.
ritrovamenti (ancora non pubblicati) si datano a partire dal periodo tardo-augusteo; al più tardi sotto Claudio va posto l'abbandono del Rainberg da parte degli Alauni.
centro dell'impianto romano si trovava sulla riva sinistra del Salzach, all'incirca tra la Siegmundsplatz e la Kajetanerplatz; più precisamente si pensa che il quartiere residenziale si estendesse tra la Residenza e la Kajetanerplatz odierna, mentre il quartiere commerciale tra la stessa Residenza e la Siegmundsplatz. La riva destra era chiusa da costruzioni tra la Via Paris-Lodron e la Via Wolf-Dietrich. Sulla riva destra la trasversale alpina proveniente da Aquileia e Virunum sboccava nella via che costeggiava le Alpi tra Raetia e Noricum.
Anche se, a partire dal Medioevo, si sviluppò sul sito la città odierna, le recenti indagini di archeologia urbana hanno consentito molte importanti scoperte: un tempio di m 45 x 30, forse dedicato ad Asclepio, un arco quadrifronte, un pezzo di strada con botteghe, case decorate con mosaici e altre più modeste, un quartiere di artigiani con molti reperti, e anche abitazioni in legno. Si è inoltre rinvenuto un orologio astrpnomico ad acqua, che è l'unico esemplare finora scoperto di un tipo noto da una descrizione di Vitruvio (IX, 8,8 ss.).
In seguito a ricostruzioni e distribuzioni (a causa delle guerre marcomanniche) la pianta della città ha subito - sembra - notevoli modifiche fino all'età tardo-antica. La più grande necropoli finora nota si trovava sulla via principale verso S presso Bürglstein.
Assai popolata era soprattutto la zona Ν del distretto rurale, dove sono state trovate molte fattorie per lo più situate in aperta campagna. Una di queste a Loig vicino Salisburgo raggiunge quasi le dimensioni (minimo 60 x 150 m) e l'arredamento di un palazzo.
I più grandi centri abitati nel territorio di I. sono Pons Aeni (Pfaffenhofen) sul passaggio dell'Inn e Bedaium (Seebruck) sul lago Chiemesee. Vici sono stati identificati, inoltre, presso Maxglan, Oberndorf, Hallein, Bischofshofen, Goldegg.
Una fortezza tardo-antica è stata scavata a Seebruck; sul Georgenberg, presso Kuchl, si trova una postazione di montagna fortificata. La tradizione antica, le pietre miliari e le tracce stesse della carreggiata ci fanno conoscere relativamente bene il percorso della via che collegava Aquileia e Virunum attraversando le Alpi: essa passava sul distretto rurale in alta montagna (nella zona abitata dai Tauri), oltrepassava l'Enns presso Anisus (Altenmarkt), toccava Vocarium (Pfarrwerfen) e Cucullae (Kuchl). La strada - costeggiando le Alpi - conduceva da Pons Aeni (Pfaffenhofen), attraverso Bedaium (Seebruck), dove era una stazione di beneficiarî e Artobriga (Traunstein), a I. e più oltre, passando per Τarnanto (non localizzata) a Ovilava.
Del sistema amministrativo municipale di I. conosciamo decurioni, duoviri ed edili, le cui iscrizioni sono state trovate senza eccezione nel distretto rurale: ciò indica che essi espletavano le loro funzioni sia nel distretto rurale stesso, sia in ambito cittadino. Il decurione M. Haterius Summus ricevette un'iscrizione onoraria dalla plebe oppidana del municipium di I. perché esso aveva risolto - sua pecunia - una crisi di approvvigionamento.
La vita religiosa è documentata dal già citato Tempio di Asclepio e dal Tempio di Mercurio conosciuto tramite un'iscrizione a Salisburgo, da un mitreo vicino a Pons Aeni e a Huglworth, distretto regionale di Bechtesgaden; si conoscono inoltre dediche a Iupiter Optimus Maximus, Dionysos e Ariadne, Dolichenus, Hercules, Hygieia, Kybele, Mars, Sarapis, Venus, Volcanus nonché alle divinità indigene Alounae, Arubianus, Bedaius e Grannus.
Le testimonianze della produzione artistica di epoca romana sono abbondanti visto che I. era un municipium benestante. Abbiamo la documentazione di una locale officina di scalpellini così come dell'attività estrattiva di marmo bianco dall'Untersberg. Da un punto di vista stilistico, la scultura in pietra - che si distingue nettamente rispetto alle testimonianze della produzione ordinaria degli scalpellini del limes - può essere inserita in pieno nel quadro dell'arte provinciale del Norico, mentre nella parte meridionale della provincia stessa si sviluppano contatti con la regione del Reno.
Le opere di scultura a tutto tondo sono costituite soprattutto dagli ex voto dei santuari; mentre i rilievi sono quasi esclusivamente di soggetto funerario. Notevoli, anche se meno evidenti e diffusi che nel Norico meridionale, sono i costumi di origine locale. Di particolare pregio sono le sculture provenienti, forse, dal Tempio di Asclepio in Salzburg-Kaigasse; una statuetta classicistica di kouros da Salzburg-Gnigl; il rilievo con l'assedio di una città proveniente dal palazzo vescovile; le lastre a rilievo trovate a Salisburgo nel 1567 e già disperse nel 1570, che rappresentavano il corteo trionfale di Settimio Severo e un sacrificio. Dalla descrizione che ne abbiamo, la loro iconografia sembra perfettamente concordante con i rilievi dell'Arco degli Argentari di Roma. Tali rilievi erano stati eseguiti, evidentemente, in occasione della visita dell'imperatore a I., momento in cui furono eseguiti anche lavori stradali, ancora oggi ben documentati.
Un segno dello stato di floridezza di I. ci è dato dai mosaici - con numerosi soggetti mitologici - provenienti da molteplici edifici dal centro urbano e dalle ville di campagna; tra i più importanti: il mosaico con Teseo, proveniente dalla villa di Loig vicino Salisburgo, quello con Acheloo trovato nella Mozartplatz e quello con la Medusa proveniente dalla Domplatz. Cronologicamente i mosaici si possono inquadrare tra gli ultimi due decenni del II e il tardo IV sec. d.C.; stilisticamente essi sono da porre in stretto rapporto con la produzione dell'Italia centrale e settentrionale.
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