Ittiti
I fondatori di un grande impero indoeuropeo in Asia Minore
La popolazione indoeuropea degli Ittiti a partire dai primi secoli del 2° millennio a.C. si stabilì in Asia Minore (Turchia centro-orientale) e avviò la costruzione di una nuova civiltà. Dopo essere riusciti a edificare un vasto impero, però, intorno al 1200 a.C. gli Ittiti furono spazzati via da una nuova ondata di invasioni proveniente dalle regioni balcaniche e dal Mar Mediterraneo
Gli Ittiti fecero dell'Asia Minore la loro patria. Immigrazioni avvenute gradualmente e una lenta fusione con le popolazioni preesistenti nella regione diedero vita a un importante incontro tra culture diverse, quella delle popolazioni locali e quella di un popolo originario probabilmente delle regioni della Russia meridionale attorno al Mar Nero (Indoeuropei).
Degli Ittiti, di questo popolo così antico spazzato via dalla storia, non ci era rimasta alcuna notizia fino a quando gli scavi archeologi, tra la fine del 19° secolo e l'inizio del 20°, non hanno riportato alla luce le tracce della loro civiltà.
La lingua parlata dagli Ittiti era del gruppo indoeuropeo, lo stesso gruppo dal quale discendono il latino, l'italiano, il francese, il russo, il tedesco e tante altre lingue. Un patrimonio di vocaboli comune a tutte queste e altre lingue ha indotto gli studiosi a rintracciare nel nostro passato più antico un'unica famiglia linguistica (l'indoeuropeo appunto), che si è poi successivamente diversificata e diffusa in regioni geografiche anche molto lontane tra loro.
Gli Ittiti veneravano molte divinità, tra cui si distinguevano il dio della tempesta e la dea del Sole. Nei loro documenti avevano adottato la scrittura cuneiforme, un segno dell'influenza profonda esercitata dalla civiltà della Mesopotamia su di essi.
Dopo aver creato numerose città-Stato nella regione, a partire dal 1800 a.C. gli Ittiti gettarono le basi del loro regno creando una forma unitaria di Stato. I re Labarna, Khattushili e Murshili furono i protagonisti dell'espansione dell'impero: dopo Labarna, che fondò la capitale Khattusha, Khattushili e Murshili si spinsero verso la Siria e la Mesopotamia e quest'ultimo conquistò e saccheggiò Babilonia (1530 a.C. circa).
Dopo un periodo di decadenza, che caratterizzò la fine dell'antico Impero ittita, con Shuppiluliuma, intorno al 1350, gli Ittiti assunsero il controllo di gran parte della Siria raggiungendo la loro massima potenza. Alcuni decenni più tardi gli Ittiti arrivarono allo scontro con gli Egizi nella battaglia di Qadesh (1296 a.C. circa): il faraone Ramses II si proclamò vincitore, ma in realtà fu costretto alla ritirata salvato in extremis da un contingente di rinforzo. Le due potenze arrivarono a un accordo stabilendo la spartizione della Siria in distinte aree d'influenza.
Intorno al 1200 a.C. invasori venuti dal Mediterraneo si riversarono sul Vicino Oriente. Erano i "popoli del mare", come li definirono gli antichi Egizi, probabilmente provenienti dalla regione balcanica. Gli invasori penetrarono nell'interno e Khattusha, la capitale, fu conquistata. L'Impero ittita fu distrutto e scomparve.
L'arrivo di questi popoli (gli Achei, i Lici e molti altri) segna convenzionalmente il passaggio dall'Età del Bronzo all'Età del Ferro: da questo momento la lavorazione del ferro, peraltro già conosciuta dagli Ittiti, conobbe una diffusione sempre più ampia grazie alla sua maggiore praticità e funzionalità.
I primi documenti conosciuti che parlano del cavallo risalgono alla fine del 3° millennio a.C. I cavalli, probabilmente, giunsero in Mesopotamia dalle regioni settentrionali dell'Europa e molto presto divennero un elemento indispensabile alla guerra. Dall'antichità fino ai conflitti che hanno fatto uso di mezzi corazzati, la cavalleria ha sempre costituito un corpo eletto degli eserciti. Gli Ittiti diffusero l'uso del cavallo nell'antico Oriente, impiegandolo in battaglia per trainare un leggero carro da guerra. Questo carro, molto efficace e agile negli spostamenti, fu la loro arma segreta.