TERZOLI, Italo
– Nacque il 18 gennaio 1924 a Milano. Collaborò fin da giovanissimo a giornali umoristici, pubblicando il primo articolo su Il Bertoldo a quindici anni. Nell’immediato dopoguerra fu capo redattore del settimanale dei fratelli Fabbri Il Gong. Negli anni Cinquanta scrisse testi, a volte in coppia con Marcello Marchesi o Renzo Puntoni, per grandi attori del teatro di rivista, tra cui Walter Chiari, Wanda Osiris e le sorelle Nava (Diana, Lisetta e Pinuccia). Divenne molto presto uno degli autori più prolifici del varietà, insieme a Dino Falconi e Angelo Frattini, Francesco Nelli e Mario Mangini, Giulio Scarnicci e Renzo Tarabusi. Contribuì anche con Carlo Silva e Pasquale Caliman alla stesura di Saltimbanchi (1954), spettacolo che mise in luce la comicità sempre più sofisticata di Chiari, intercettando anche il nuovo clima culturale del boom economico; sempre per Chiari scrisse l’esilarante fortunato sketch del ‘sarchiapone’.
Le relazioni strette tra la scena teatrale e la produzione radiofonica permisero a Terzoli di iniziare a lavorare per la RAI già dal 1949, nel programma domenicale Tira, mola e meseda, trasmesso per due stagioni dalla sede di Milano. Anche se la prima volta alla radio risale addirittura agli anni della Repubblica di Salò, durante i quali cominciò a occuparsi di spettacolo leggero per l’allora EIAR e poi per la radio tedesca Radio Fante, dove incontrò Gorni Kramer, Ugo Tognazzi e Chiari. A partire dal dopoguerra le collaborazioni con Radio RAI furono intense e continuative. Nel 1952 realizzò insieme a Silva la rivista radiofonica Il piccolo naviglio, con divagazioni di Orio Vergani, da cui derivò anche una rivista teatrale, allestita al teatro Manzoni di Milano, con la partecipazione straordinaria dell’anziano Buster Keaton, impegnato in uno sketch sulla fatica di mettere a letto la giovane moglie addormentata. Nella stagione 1952-53 firmò con un gruppo di autori anche gli sketch di Ciribiribin, uno dei primi grandi varietà della RAI, dai toni maliziosi e sbarazzini, allestito dalla compagnia di rivista di Radio Milano. Negli anni seguenti partecipò come autore a Il divo (1954, per la Serie d’oro), a Io povero diavolo (1956) con Carlo Dapporto e a La signora pronto pronto (1961) con Ave Ninchi.
Per tutti gli anni Cinquanta, la rivista e il varietà, insieme ai quiz e alle canzoni, vissero alla radio la loro stagione d’oro. Gli autori ricoprivano un ruolo fondamentale, perché erano ideatori di storie, aneddoti, barzellette, definiti in testi scritti ed eseguiti poi rigorosamente da attori, conduttori e musicisti, lasciando pochissimo spazio all’improvvisazione. Terzoli fu tra i padri storici del varietà.
Con la diffusione capillare della televisione nei primi anni Sessanta mutarono profondamente le abitudini degli italiani. Lo spettacolo leggero venne risucchiato in gran parte dalla TV che assorbì in sé il varietà teatrale e radiofonico, con il coinvolgimento diretto anche di autori e interpreti.
Terzoli debuttò alla TV, come autore, accanto a Guglielmo Zucconi e Bernardino Zapponi, in Controcanale (1960), varietà in cinque puntate condotto da Corrado, che esordì, riferendosi alla costante abitudine degli acquisti a rate, con la battuta: «L’Italia è una Repubblica fondata sulle cambiali», parodia del primo articolo della Costituzione molto criticata dal governo di allora, che fece sospendere temporaneamente la trasmissione. Di poco successivo è L’amico del giaguaro (1962), firmato con Zapponi, che portò alle estreme conseguenze l’abitudine di costruire intorno ai quiz uno spettacolo di varietà: tutto funzionava da pretesto per introdurre i numeri del trio Gino Bramieri, Marisa Del Frate, Raffaele Pisu. Il programma può essere considerato il primo esempio di autoreferenzialità televisiva, modalità che negli anni a venire avrebbe acquistato sempre maggiore spazio. Fu l’occasione per Terzoli di stringere un sodalizio artistico anche in TV con Bramieri, di cui era l’autore di riferimento sia per i varietà sia per le commedie leggere, dirette da Lello Garinei e Marco Giovannini, fin dal 1951. Bramieri fu infatti lanciato proprio da Terzoli con la rivista Davanti a lui tre... Nava tutta Roma con la regia di Marcello Marchesi. Con Leggerissimo (1962) si rafforzò ancora la collaborazione con Bramieri, impegnato adesso, in chiave satirica, a raccontare ogni volta la storia di uno strumento musicale, tramite monologhi sempre ricchi di humor.
Dal 1966 cominciò il lungo sodalizio artistico e professionale con Enrico Vaime, che durò quasi un trentennio, fino al 1993, e che diede vita a programmi per la TV, per la radio, a commedie musicali e libri. Il primo successo risale al 1968 quando, anche con Marchesi e la collaborazione di Maurizio Costanzo, la coppia ideò Quelli della domenica, debutto televisivo di Paolo Villaggio nella duplice veste del Professor Kranz e di Giandomenico Fracchia, ed esordio del cabaret di Cochi e Renato, programma basato su una comicità più aggressiva rispetto a quella che tradizionalmente caratterizzava lo spettacolo leggero.
Oltre alle due stagioni di Canzonissima (1968-69 e 1969-70), la coppia Vaime e Terzoli realizzò Hai visto mai? (1973), show condotto da Bramieri, imperniato sulla sua comicità familiare e confidenziale, che ripropose i personaggi folcloristici di un’Italietta provinciale. Nel 1974 scrisse per Sandra Mondaini e Raimondo Vianello i testi di Tante scuse, successione di scenette tra marito e moglie di grande naturalezza tali da sembrare improvvisate.
Nel 1975 la collaborazione con Bramieri toccò il suo apice con lo spettacolo Felicibumtà, titolo che riprendeva il motto «felicità con un colpo di tamburo», con il quale le compagnie di avanspettacolo concludevano i loro numeri. Lo spettacolo fu in tournèe per tre anni raccogliendo ovunque grandi consensi e fu costruito come un amarcord dei tempi della rivista, attraverso i ricordi, gli aneddoti e le barzellette di un attore che per un attimo fa perfino ringiovanire, tramite un doppio cast, anche le soubrette della sua vita, ora invecchiate. A partire dal Borghese gentiluomo di Molière, Terzoli e Vaime costruirono inoltre un musical settecentesco, Pardon, Monsieur Molière, che però non raggiunse i risultati sperati.
Dopo Chiari e Bramieri, Terzoli trovò in Enrico Montesano il nuovo ‘grande’ dello spettacolo leggero. Per lui scrisse con Vaime Bravo! (1983), commedia musicale con la regia di Garinei, che ottenne un grande successo al teatro Sistina e fu anche trasmessa in televisione in quattro puntate. Montesano, in tre ore di one man show, interpretava la parte di un attore che, nel giorno di riposo del teatro dove lavora, accompagna il figlio a visitare il palcoscenico. È il pretesto per rievocare, ancora una volta sotto il segno della nostalgia, la storia della rivista musicale, dall’avanspettacolo al café-chantant, e per soffermarsi sul rapporto tra Broadway e la commedia musicale italiana. Risale al 1988-89 invece il maggior successo di pubblico di Montesano in televisione, ossia la conduzione di Fantastico affiancato da Anna Oxa, con Terzoli e Vaime autori.
L’intensa attività televisiva non aveva impedito a Terzoli di continuare in parallelo a realizzare programmi radiofonici, continuando a riflettere sul cambiamento dei costumi degli italiani. Quando nella stagione 1967-68, con Vaime, firmò Batto quattro, show di sketch e canzoni con Bramieri, decise di lasciare la prima serata, ormai occupata dall’intrattenimento televisivo, e di puntare sulla fascia mattutina del weekend, seguendo la nuova abitudine degli italiani della gita fuori porta in automobile, ormai sempre fornita di autoradio.
Fu autore di Cose così (1971), con la conduzione di Cochi e Renato, di Quarto programma, cose così presentate da Terzoli e Vaime (1973), e soprattutto del talk show Black out (1978), nato durante il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro con l’intenzione di intrattenere gli ascoltatori in modo leggero, ma fornendo qualche spunto di riflessione nello sconcerto generale. Il gruppo iniziale era costituito da Luciano Salce, Terzoli, Vaime e Guido Sacerdote. Era una trasmissione che univa il varietà scritto, tipico della produzione radiofonica fino all’inizio degli anni Settanta, all’improvvisazione che, dopo Alto gradimento (1970), divenne la formula più imitata.
Oltre a programmi televisivi, radiofonici e a spettacoli teatrali, fu autore con Vaime di numerosi romanzi e racconti di umorismo contemporaneo, in cui effettuava benevole satire dei costumi e dei vizi degli italiani. Tra questi Amare significa... storia d’amore all’italiana (Milano 1971), Tutti possono arricchire tranne i poveri (Milano 1972), Il Carugati (Milano 1973), Macaluso alla Casa bianca (Milano 1976), Le braghe del padrone (Milano 1979), Anche i bancari hanno un’anima (Milano 1979).
Rimasto per molti anni vedovo, dopo la scomparsa prematura della moglie Ielfa, morì a Milano, dopo una lunga malattia a ottantaquattro anni, il 13 maggio 2008, assistito dalla figlia Laura.
Fonti e Bibl.: L. Garinei - M. Giovannini, Quarant’anni di teatro musicale all’italiana, Milano 1985, p. 149; Enciclopedia della televisione, a cura di A. Grasso, Milano 1996, s.v.; Enciclopedia della radio, a cura di P. Ortoleva - B. Scaramucci, Roma 2003, s.v.; Dizionario della televisione, Milano 2005; F. Monteleone, Storia della radio e della televisione in Italia, Venezia 2009, pp. 261-263; Panta. Agenda Marchesi, a cura di M. Bastianelli - M. Sancisi, Milano 2015, pp. 295-302.