SACCO, Italo Mario
SACCO, Italo Mario. – Nacque a Torino il 5 marzo 1886 da Carlo e da Teresa Fiore, in una famiglia della piccola borghesia.
La sua educazione si caratterizzò, da una parte, per la frequentazione degli studi classici al liceo Gioberti (dove ottenne la licenza nel luglio del 1904), dall’altra, per la partecipazione alle attività promosse dalla parrocchia S. Filippo Neri. I suoi studi universitari iniziarono a Torino – dove, iscritto alla Federazione unitaria cattolica italiana (FUCI), frequentò il circolo Cesare Balbo – e si interruppero a causa dell’impegno profuso nelle organizzazioni sindacali di matrice cattolica. Azione sindacale e militanza cattolica furono due elementi centrali della sua attività sociale e politica e caratterizzarono il suo complessivo percorso di vita.
Già le cronache della II Settimana sociale dei cattolici (Brescia, 6 - 13 settembre 1908) riportano che in quel consesso nacque l’idea di un sindacato nazionale dei ferrovieri cattolici, la cui direzione doveva essere affidata al giovane Sacco. Alla VI Settimana sociale (Assisi, 24-30 settembre 1911) fu relatore sul tema «Le organizzazioni nei pubblici servizi», svolgendo, secondo il giudizio degli osservatori, un «intervento rimarchevole» (Le settimane sociali dei carttolici italiani, 1907-1991, a cura di G. Di Capua, Roma 1991, p. 33). Ancora l’anno successivo, nella VII Settimana (Venezia, 22-28 settembre 1912), incentrata sul tema «Le condizioni della scuola», intervenne con una conferenza serale, L’organizzazione professionale.
In virtù di questo impegno e di un’intensa attività pubblicistica che si moltiplicò negli anni, Sacco fu chiamato nel 1913 a dirigere La Settimana sociale, organo dell’ufficio centrale dell’Unione popolare fra i cattolici italiani. L’incarico gli venne assegnato dopo la chiusura del Vaglio, di cui Sacco fu, nel 1912, cofondatore e poi direttore. Fu consigliere delegato del sindacato ferrovieri cattolici dal 1910, segretario della Lega del lavoro di Monza dal 1912, e l’anno successivo promosse, presso la Lega del lavoro di Milano, la Federazione degli impiegati privati e la Federazione italiana dei postelegrafonici.
Ripresi gli studi, nel 1915 si laureò in giurisprudenza presso l’Università di Padova con una tesi dal titolo Per una magistratura del lavoro (relatore Alfredo Rocco), divenendo in seguito avvocato.
Chiamato alle armi durante la prima guerra mondiale, fu impegnato presso il comando interalleato nei Balcani e congedato con il grado di tenente del Genio. In virtù della sua esperienza come sindacalista fu inviato dal governo italiano alla I Conferenza internazionale del lavoro e incaricato di promuovere un’inchiesta sull’applicazione delle leggi sociali agli emigrati nei vari Stati del Nord America.
Nel 1920 fu chiamato a presiedere il I Congresso della Confederazione italiana dei lavoratori a Pisa. Iscrittosi al Partito popolare italiano (PPI), fondato nel 1919 da Luigi Sturzo, vi partecipò con un’intensa attività politica e giornalistica, militando nell’ala sinistra del partito. Fu in quegli anni collaboratore (e per breve tempo, direttore) della rivista Il pensiero popolare nonché segretario della sezione del PPI di Fossano, dove fondò e diresse il giornale Il Popolare (1921-1925).
Nel frattempo Sacco si era sposato con la maestra elementare Elvira Bettazzi (figlia del pedagogista Rodolfo), dalla quale ebbe cinque figli, tre maschi e due femmine, nati tra il 1918 e il 1925.
Il suo rapporto con il regime fascista risulta piuttosto complesso. Da un’iniziale opposizione passò a una progressiva integrazione nell’orizzonte culturale e politico del regime. Sciolta nel 1925 a Fossano la sezione del PPI e trasformato il giornale locale in Il Popolo fossanese, vi fu un suo sensibile ammorbidimento nei confronti del fascismo. La sua attività nel Comune della provincia di Cuneo (in cui risiedeva dal 29 gennaio 1923) si incentrò prevalentemente sull’esercizio dell’avvocatura.
I suoi biografi hanno spesso riportato un deferimento alla Commissione provinciale per il confino, da cui Sacco sarebbe uscito con un’ammonizione. Il fatto risulta, invero, privo di evidenza. A suo carico, secondo quanto riporta la prefettura di Cuneo (Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica istruzione, Direzione generale istruzione superiore, Liberi docenti, Serie II, 1930-50, b. 435, ad nomen), vi fu solamente un processo per truffa, da cui uscì pienamente assolto il 18 aprile 1928. Fu, invece, dal 12 marzo 1927 membro dell’Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia, associazione sorta nel 1926, e soprattutto fu iscritto al Partito nazionale fascista (PNF) nella sezione di Cuneo dal 6 novembre 1932 (tessera n. 27041). Qualunque fosse la motivazione personale che portò Sacco alla scelta di prendere la tessera nell’ondata del ‘decennale della rivoluzione’, è difficile immaginare che la prefettura di Cuneo non segnalasse un episodio grave come un’ammonizione per condotta politica. Che vi fosse un rapporto tutt’altro che conflittuale con il regime è testimoniato anche dall’incarico quale membro della Giunta provinciale amministrativa di Cuneo, che Sacco ricoprì dal 1934. In quegli stessi anni la sua attività si sviluppò anche su un altro versante: nel 1929 contribuì a fondare la Società per gli studi storici, archeologici ed artistici nella provincia di Cuneo, di cui fu segretario e tesoriere dalla fondazione sino al 1935, anno in cui la società fu aggregata alla Regia deputazione subalpina di storia patria di Torino, assumendo la fisionomia di una sezione locale. Sacco rimase membro della sezione cuneese e contribuì alla sua rifondazione nel gennaio del 1949, presiedendola sino al 5 aprile del 1959.
Negli anni del fascismo, anche in virtù della maturazione di un «minor distacco dalla politica culturale del regime» (Griseri, 1990, p. 571), soprattutto sulla tematica del corporativismo (punto di incontro privilegiato tra cultura cattolica e fascista), compì studi quali Verso la Magistratura dell’Economia Corporativa (Torino 1935) e Orientamenti corporativi nel mondo (Torino 1939) e avanzò, nel maggio del 1935, la domanda per ottenere la libera docenza in storia del diritto italiano e in diritto sindacale e corporativo. La prima richiesta venne ritirata, mentre per la seconda la commissione propose una diversa soluzione: non ravvedendo i titoli per ottenere la libera docenza in quella disciplina, suggerì, data la qualità degli studi presentati dal candidato, di spostarla su storia del sindacalismo. Sacco accettò la soluzione, ottenendo così la libera docenza nell’aprile del 1936. Il successivo lavoro, pubblicato a Milano nel 1942 con il titolo Storia del sindacalismo. Il Risorgimento del lavoro, fu il frutto di un insegnamento confermato dall’a.a. 1936-37 sino al 1940-41 presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Torino. Nel marzo del 1942 la libera docenza fu ulteriormente confermata su richiesta dell’ateneo torinese.
Nel secondo dopoguerra si iscrisse alla Democrazia cristiana. Fu senatore dal 1948 al 1953 e nel 1951 divenne membro del Consiglio nazionale del partito, all’interno del quale partecipò all’eterogeneo gruppo della Vespa. Dal 1952 fu presidente dell’Istituto nazionale Italia comunale e, dal dicembre di quell’anno sino alla morte, membro del Consiglio superiore degli archivi di Stato. Fu questa un’altra passione di Sacco, espressasi negli ultimi anni della sua vita anche con la presidenza dell’Unione nazionale amici degli archivi.
Morì a Fossano il 29 giugno 1959.
Opere. Tra i numerosi scritti di Sacco si segnalano: I tre sindacalismi, Vicenza 1919; Verso la Magistratura dell’Economia Corporativa, Torino 1935; Orientamenti corporativi nel mondo, Torino 1939; Storia del sindacalismo: il Risorgimento del lavoro, Milano 1942, Torino 1947; Storia e dottrina sindacale, Roma 1956.
Fonti e Bibl.: Notizie su Sacco possono ricavarsi in Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale Istruzione superiore, Liberi docenti, Serie II, 1930-50, b. 435, e Ministero dell’Interno, Direzione generale archivi di Stato, Consiglio superiore degli archivi, Verbali, anni 1952-1958. Per l’attività nella Democrazia cristiana si vedano le carte dell’Archivio storico dell’Istituto Luigi Sturzo, Democrazia cristiana, Consigli nazionali, sc. 13-15 e ibid., Gruppi parlamentari, Serie I, 1, sc. 1, 2, sc. 1, 3, sc. 1. Serie II, 1, sc. 1-2; si vedano inoltre le commemorazioni apparse sul Bollettino della Società per gli studi storici, archeologici ed artistici nella provincia di Cuneo, 1959, n. 43 (V. Bersezio), 1960, n. 44 (L. Berra); M. Reineri, S., I.M., in Il Movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943, diretto da F. Andreucci - T. Detti, IV, Roma 1978, pp. 436 s.; G. Griseri, S., I.M., in Settant’anni per la Granda. La Società per gli studi storici della provincia di Cuneo dal 1929 al 1999, a cura di E. Forzinetti - G. Griseri, Cuneo 2002, pp. 35-40. Il profilo più attendibile, cui si rimanda anche per le indicazioni sulla produzione giornalistica di Sacco, è in G. Griseri, S., I.M., in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, diretto da F. Traniello - G. Campanini, II, Casale Monferrato 1990, pp. 568-572.