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LIPPOLIS, Italo

di Simone Ciolfi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 65 (2005)
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LIPPOLIS, Italo

Simone Ciolfi

Nato a Bari il 25 genn. 1910, iniziò a studiare pianoforte e composizione presso l'istituto N. Piccinni di Bari con Italo Delle Cese. Diplomatosi in ragioneria, fu ammesso al conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli, dove conseguì nel 1931 il diploma di pianoforte. L'anno successivo divenne allievo di Carlo Jachino nel medesimo conservatorio, diplomandosi nel 1935 in composizione con il massimo dei voti e ottenendo in seguito l'abilitazione all'insegnamento di musica e canto.

Nel periodo successivo al diploma di conservatorio si dedicò all'insegnamento e all'attività compositiva; dal 1935 insegnò solfeggio e armonia nell'istituto musicale Beethoven di Napoli e in seguito nei licei di Salerno, Avellino e Benevento. La musica del L. ebbe ben presto discreti riconoscimenti: la composizione Navate per violino e pianoforte fu premiata ai prelittoriali della cultura e dell'arte nel 1935, mentre nel giugno 1936 il suo Trio fantastico per violino, violoncello e pianoforte op. 5 riceveva il premio unico, conferitogli da A. Casella, al concorso indetto dalla Camerata napoletana. Per quanto riguarda la diffusione della sua opera, già nel novembre del 1938 la Sonata a Pan per flauto e arpa op. 6 (1936) veniva eseguita all'interno della stagione dell'Accademia filarmonica romana.

Il brano, dedicato ad Arrigo Tassinari e Luisa Cappabianca, frequenti esecutori delle sue composizioni, è ispirato a un "programma" (Pan si addormenta in un afoso pomeriggio estivo e sogna l'amata ninfa Siringa; destato dal suono della voce di lei, la vede e la rincorre, ma Siringa sfugge e viene trasformata da Gea in un fascio di canne): un mezzo, questo, spesso utilizzato dal L. per progettare le proprie opere e proporre un percorso interpretativo.

Tra il 1941 e il 1943 il L. fu docente di armonia e contrappunto presso il conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli e, dal 1943 al 1957, tenne le cattedre di storia della musica e di cultura generale presso l'istituto musicale F. Morlacchi di Perugia. A quegli anni risale il matrimonio con Rosaria Poselli. Tra il 1945 e il 1947 svolse anche l'attività di pianista in formazioni cameristiche o come accompagnatore, principalmente per l'attività musicale dell'Università per stranieri di Perugia e del Sindacato musicisti umbri, di cui fu anche segretario regionale. Il 31 genn. 1951 Clemens Krauss ne diresse a Roma, con l'orchestra dell'Accademia di S. Cecilia, i Due preludi per orchestra op. 3 (1935), composizione prescelta nel 1950 dalla commissione permanente, presieduta da I. Pizzetti, della detta accademia.

Tra i riconoscimenti di cui il L. fu insignito negli ultimi anni di attività, si ricorda il premio nazionale "Franco Alfano", ottenuto nel febbraio del 1953 per il suo concerto per pianoforte e orchestra, già classificatosi secondo al premio Città di Trieste nell'agosto del 1951.

La musica del L. ebbe discreta diffusione negli anni '50 e '60 in Italia, soprattutto in ambito umbro. Nel luglio del 1960 la Monodia con variazioni mitiche per viola e pianoforte op. 9 (1939) compare nel programma dell'Associazione amici della musica di Perugia. Poco prima e dopo la morte del L. il Gruppo musicale umbro promosse spesso l'esecuzione di alcune sue opere in varie manifestazioni: per esempio, la Ninna nanna dai Tre notturni infantili per voce e pianoforte op. 21 (1946) venne eseguita a maggio e a giugno del 1964 e nel marzo del 1965. Alcune esecuzioni delle sue opere sono reperibili nell'archivio storico delle esecuzioni radiofoniche della RAI.

Il L. svolse anche attività di critico musicale per Il Giornale dell'Umbria e per Il Mondo musicale.

Il L. morì a Perugia il 13 luglio 1964.

Compositore apprezzato dal musicologo e critico G. Pannain già dal 1936, il L. predilesse la musica da camera con pianoforte e più strumenti ad arco o a fiato, organico che gli diede la possibilità, di realizzare un'alternanza tra pienezza timbrica, complessità polifonica, momenti di sospensione caratterizzati da melodie dolci e sognanti. La musica del L., che gioca spesso sul contrasto tra questi elementi, è espressione di un'intimità raffinata, sempre veicolata dall'elaborazione contrappuntistica e dall'armonia tonale. Il L., in effetti, non fu mai interessato alla sperimentazione musicale che non rientrasse nelle regole della tradizione. Elaborò una personale terminologia dinamica per le proprie musiche (per esempio "estasiante", "eccitante"), con la quale amò spesso evocare ambientazioni mitologiche a volte sfumate e misteriose, a volte dai tratti spiccatamente dionisiaci, ricche di una sfrenata ritmicità. Se nel primo elemento l'eredità è forse derivata dal clima culturale francese del primo Novecento, nel secondo aspetto si esprime una vena totalmente personale.

Ricordiamo anche le composizioni (tutte citate in Giovine), per orchestra: 2 Melopee, per flauto, archi, pianoforte, celesta e percussioni op. 8 (1939); concerto op. 26 (1953); musica da camera: sonata per violino e pianoforte op. 1 (1935); quartetto per archi op. 4 (1935); sonata per viola e pianoforte op. 7 (1937); I sette nani, per due pianoforti op. 11 (1940); Corteo mistico, per violino, arpa e pianoforte op. 12; Episodi a nove, per flauto, clarinetto, corno, arpa, pianoforte e quartetto d'archi op. 13 (1940); La leggenda di Sirenetta, per flauto, viola e arpa op. 15 (1940); Due danze iberiche, per 2 pianoforti op. 16 (1943); Espressioni, per violoncello e pianoforte op. 17 (1941); Il segno della Croce, per voce e pianoforte op. 18 (1942); Sonatina a due, per flauto e viola op. 20 (1943); Due pezzi infantili, per violino e pianoforte op. 24 (1924); Trio 1960, per clarinetto, violoncello e pianoforte op. 28 (1960); Trio 1961, per oboe, viola e pianoforte op. 29 (1961); per pianoforte solo: Epica, 2 pezzi op. 10 (1939); Storielle troviere, 6 pezzi op. 14 (1940); Sonatina partenopea, op. 22 (1936); Fantasia, op. 23 (1946); Suite, op. 27 (1957); inoltre Sonatina, per organo op. 9 (1942).

Fonti e Bibl.: R. Sabatini, Medaglioni musicali umbri, Perugia 1968, pp. 251-253, 415; A. Giovine, I. L., musicista barese, Bari 1969; Associazione Amici della musica di Perugia, Venticinque anni di concerti, 1946-1971, Perugia 1974, p. 103; Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, p. 680; La musica, Dizionario, II, p. 117; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 421.

Vedi anche
orchestra Insieme di strumentisti che collaborano a un’esecuzione musicale, riuniti in un preciso ordine per gruppi di strumenti e disposti a semicerchio sia per motivi di acustica, sia per osservare i gesti e per seguire le indicazioni del direttore d’orchestra che di regola si pone in piedi davanti agli esecutori. ... violoncello Strumento musicale ad arco, con 4 corde accordate per quinta (do1, sol1, re2, la2), appartenente alla famiglia del violino, della viola e del contrabbasso, nella quale occupa il posto del tenore o del baritono, con un’estensione dal do1 al mi5. Derivato nel 16° sec. dalla viola da gamba di registro basso, ... clarinetto Strumento a fiato costituito da un tubo di legno (di ebanite o metallo) diritto che termina a una delle estremità con una piccola svasatura a campana e all’altra con un bocchino munito di ancia. Realizzato da J.C. Denner (circa il 1690) per modificazione del vecchio chalumeau francese, il clarinetto, ... musica Arte che consiste nell’ideare e nel produrre successioni strutturate di suoni. In quanto attività sociale, la musica appartiene a tutte le epoche e a tutte le culture, mutando il proprio significato e la propria funzione e manifestandosi in una grande varietà di forme e tecniche a seconda dei periodi ...
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italo- – Primo elemento di parole composte in cui significa «italiano» o «relativo all’Italia»: italofilo; la frontiera italo-francese, il confine italo-austriaco; arte italo-greca, della Magna Grecia; rito italo-bizantino, nella liturgia...
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