QUERCIA, Italo Federico
QUERCIA, Italo Federico. – Nacque a Roma il 25 gennaio 1921 da Camillo, dirigente del ministero della Pubblica Istruzione (figlio del letterato e patriota napoletano Federico Quercia), e da Oronzina Tanzarella, pedagogista e autrice di libri di testo per le scuole elementari, romanzi e racconti per l’infanzia.
L’infanzia e l’adolescenza di Quercia (chiamato Ciau da parenti e amici) furono caratterizzate da un profondo legame con la madre, che seppe esercitare su di lui le sue grandi capacità pedagogiche. Al padre Camillo dovette l’autorevolezza che deriva dalla serena consapevolezza delle proprie capacità. A entrambi i genitori dovette l’originalità e la vena ironica che gli sarebbero state costanti compagne nella vita, e che avrebbero fatto di lui, fisico ed elettronico sperimentale, una persona dai tratti simpatici e piacevoli.
Dopo le scuole elementari e il ginnasio, Quercia frequentò a Roma il liceo Torquato Tasso, dove conseguì la licenza liceale nel giugno del 1939. Si iscrisse lo stesso anno alla facoltà di scienze dell’Università di Roma. La scomparsa della madre, il 5 ottobre 1940, lo colpì profondamente, ma reagì concentrandosi negli studi, che lo portarono a laurearsi con lode in fisica, sotto la guida di Edoardo Amaldi, nel dicembre del 1943, a soli 22 anni.
Nel 1939, durante una gita a Vallombrosa, conobbe Alessandra (Sandra) Perali. Negli anni successivi, e in particolare durante la guerra, frequentò lei e la sua famiglia, che risiedeva a Roma, dove aveva una gioielleria in piazza Vittorio Emanuele II. Negli anni di guerra, Quercia si recava talvolta, con alcuni colleghi dell’istituto di fisica, a Tremonti, vicino a Tagliacozzo (L’Aquila), dove Amaldi aveva trasferito la propria famiglia per sottrarla al rischio dei bombardamenti che incombeva su Roma. Nel 1941 a Tremonti soggiornava anche la famiglia di Sandra Perali. La loro frequentazione divenne sempre più assidua, finché nel 1946 si sposarono e andarono a stabilirsi a Roma, in via Barnaba Oriani. Negli anni successivi sarebbero nati i due figli Pier Camillo e Francesca Federica.
Nel gennaio del 1944, subito dopo la laurea, Quercia fu assistente volontario presso la cattedra di fisica teorica dell’Università di Roma. Assistente incaricato nel 1948, l’anno successivo divenne assistente ordinario presso la cattedra di fisica sperimentale. Dal 1944 in poi svolse un’intensa attività didattica presso l’istituto di fisica, tenendo corsi e laboratori di esercitazioni di fisica per studenti di fisica e di ingegneria.
Nel 1952 conseguì la libera docenza in fisica superiore. Nell’anno accademico 1954-55 tenne il corso di fondamenti di elettronica presso l’istituto di fisica dell’Università di Pisa e dal 1955 al 1958 fu professore incaricato del corso di elettronica presso l’istituto di fisica dell’Università di Roma. Nominato professore straordinario di fisica sperimentale presso l’istituto di fisica dell’Università di Catania, nel 1962 vinse la cattedra di fisica molecolare presso lo stesso istituto, che ricoprì fino al 1974. L’attività accademica di Quercia fu accompagnata dalla pubblicazione di libri di testo, dispense e testi di esercitazioni.
Nel 1974, dopo trent’anni di insegnamento, ottenne il collocamento a riposo come professore universitario, continuando a lavorare presso i laboratori dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) di Frascati. Ma nel novembre del 1985 fu richiamato in ruolo in qualità di professore ordinario della cattedra di energetica presso la facoltà di scienze dell’Università di Roma Tor Vergata, dove rimase in servizio, contribuendo, fino alla sua scomparsa, alla formazione di una nuova generazione di fisici sperimentali.
In parallelo all’attività di docenza, Quercia si impegnò a fondo nella ricerca sulla fisica delle particelle elementari. Dal 1943 al 1953 svolse ricerche sulla fisica della radiazione cosmica, in particolare dei mesoni, presso l’Università di Roma, il laboratorio della Testa Grigia di Cervinia (Aosta) e il Tata Institute for fundamental research di Bombay (India).
Dal 1953 al 1959, su incarico del Comitato nazionale per le ricerche nucleari (il CNRN di Felice Ippolito, che poi diventerà CNEN e successivamente ENEA), partecipò al progetto e alla realizzazione dei Laboratori nazionali di Frascati dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e in particolare dell’elettrosincrotrone nazionale, il più grande acceleratore di particelle fino ad allora concepito.
Quercia era considerato uno dei massimi esperti italiani in elettronica, nuova disciplina nata nel dopoguerra in connessione con le applicazioni alle ricerche di fisica nucleare. Per questa sua specifica competenza fu nominato responsabile dell’elettronica, dei controlli e del sistema a radiofrequenza della nuova macchina acceleratrice. Dopo anni di duro lavoro, il progetto del sincrotrone nazionale fu coronato da pieno successo. Nel 1958 la macchina raggiunse la massima energia e per alcuni anni fu il più potente acceleratore di elettroni esistente al mondo.
A partire dal 1959 Quercia svolse ricerche nel campo della fisica dei solidi (positronio, impiantazione ionica, superconduttività) senza trascurare gli sviluppi e i miglioramenti dell’elettrosincrotrone di Frascati. Per questo scopo progettò e realizzò dispositivi elettronici e collaborò alla realizzazione di un microtrone, altra macchina acceleratrice di particelle. La sua attività presso i Laboratori nazionali di Frascati si protrasse fino al novembre del 1985, allorché rassegnò le dimissioni dall’INFN per assumere la cattedra di energetica presso la seconda Università di Roma.
A partire dalla fine degli anni Cinquanta, Quercia assunse anche importanti responsabilità direttive. Presso l’INFN fu membro della giunta esecutiva e del consiglio direttivo; direttore della sezione siciliana; vicedirettore prima e direttore poi dei Laboratori nazionali di Frascati per ben due quadrienni e, infine, direttore tecnico generale presso la sede centrale dell’Istituto. Nell’Università di Catania fu direttore degli istituti di fisica generale, fisica nucleare, fisica teorica e di struttura della materia. Presso il Centro siciliano di fisica nucleare e struttura della materia fu prima vicedirettore e poi direttore. Fu prima membro e poi presidente del Comitato regionale delle ricerche nucleari della Regione Sicilia. Presso il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) fu membro del Comitato per la fisica nonché vicepresidente prima e presidente poi della commissione per lo sviluppo della ricerca nel Mezzogiorno, nonché condirettore della International school on applied physics.
Dal 1974 Quercia si impegnò nelle ricerche sull’utilizzazione delle fonti integrative di energia, e in particolare del solare, dell’eolico e delle biomasse. Fra il 1974 e il 1981 fu coeditore di numerosi corsi sulla conversione dell’energia solare organizzati dall’International college on applied physics e dall’International centre of theoretical physics di Trieste. Nel 1979, su richiesta dell’UNESCO, partecipò come rappresentante italiano allo storico convegno di San Paolo del Brasile sulla conversione delle biomasse, sulla base delle cui risultanze il governo brasiliano decise di sviluppare la distillazione di carburanti per autotrazione dalle produzioni agricole.
Nell’ottobre del 1974 organizzò un convegno sulle prospettive della ricerca nel Sud a Pugnochiuso, sul Gargano; nel gennaio successivo, la presidenza del CNR istituì una commissione per i problemi del Mezzogiorno chiamandolo a farne parte. Nell’ottobre del 1976 egli redasse una bozza di piano quinquennale per il rilancio della ricerca nel Sud come motore di sviluppo. Il piano includeva l’embrione di quello che diventerà successivamente il Progetto CERIA, riguardante la realizzazione di un centro di ricerca sulle risorse energetiche e ambientali da realizzare nel Mezzogiorno. Il progetto prevedeva una sostanziale partecipazione finanziaria e operativa dell’industria. Nel 1977 la commissione fu reiterata dal nuovo vertice del CNR, e Quercia fu chiamato a presiederla. Nel gennaio del 1979 avanzava nuovamente le sue proposte, ma il Progetto CERIA rimaneva sulla carta, mentre la ricerca scientifica pubblica sperimentava le prime gravi crisi di bilancio.
Quercia è stato anche un grande divulgatore scientifico. Il testo Problemi di fisica sperimentale, scritto insieme al collega e amico Brunello Rispoli e pubblicato per la prima volta nel 1948, ha avuto molteplici edizioni lungo l’arco di quarant’anni, così come il testo Fondamenti di elettronica, scritto con Mario Puglisi, le dispense e i testi di esercitazioni di elettronica applicata. Fu per molti anni redattore della voce Fisica dell’Annuario Rizzoli. Negli anni Sessanta collaborò con l’Enciclopedia Garzanti. Negli anni Settanta collaborò con l’Enciclopedia Treccani e fu assiduo e competente frequentatore delle rubriche Incontri con la scienza, Come e perché e Piccola enciclopedia popolare del terzo programma radiofonico della RAI. Negli anni Ottanta collaborò con la rivista di divulgazione Scienza Duemila, con l’Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse e con l’Enciclopedia Rizzoli per i ragazzi, continuando ad assolvere l’incarico di redattore responsabile del Notiziario dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, del quale fu nominato direttore esecutivo nel novembre del 1985.
Numerosissime le conferenze da lui tenute presso istituzioni, centri e associazioni culturali. Fra le carte che ha lasciato esiste anche il manoscritto di 260 pagine di un romanzo inedito dal titolo A.D. 2184. Nostalgia del futuro.
Quercia era padrone della lingua tedesca a livello letterario. Fra il 1943 e il 1945 la rivista Lo Spettatore pubblicò una serie di sue traduzioni di brani tratti da Blätter und Steine (Foglie e pietre) di Ernst von Jünger, vate del nazionalismo rivoluzionario tedesco: Lettera dalla Sicilia all’uomo della luna, La polvere demoniaca, Lode delle vocali, I paesaggi di Zaratustra e Del dolore. I quaderni nei quali Quercia trascriveva le traduzioni sono in parte stenografati.
Agli interessi letterari abbinava quelli per le arti figurative. A partire dal 1957 espose le sue opere di pittura e scultura in mostre personali e collettive a Roma (in via Margutta, alla galleria 88, alla galleria La Cornice, a palazzo Venezia), Grottaferrata, Frascati, Sperlonga e Caorle, e tenne conferenze sull’arte presso il Centro internazionale di cultura Libero de Libero e l’associazione culturale Arte e scienza.
Il suo nome è associato a quello di importanti artisti degli anni Cinquanta e Sessanta. Ampie e incoraggianti critiche delle sue opere d’arte furono pubblicate dalla rivista 2 punti (che gli dedicò un ritratto a piena pagina) e dai quotidiani Momento Sera, Il Messaggero, Daily American, L’Umanità, Reporter e Il Manifesto. I suoi dipinti interpretavano in chiave figurativa, con tendenze cubiste e astrattiste, paesaggi di Roma, dei Castelli romani e di Sperlonga. Sempre in chiave figurativa, sublimava su carta e su lastra metallica, usando creativamente la tecnica dell’encausto, gli Eventi tante volte osservati nella camera a nebbia e sulle emulsioni fotografiche utilizzate nei primi rivelatori di particelle elementari: era la prima trasposizione artistica dell’universo subnucleare.
Quercia si spense a Roma il 21 giugno 1987.
Fonti e Bibl.: Un elenco completo delle pubblicazioni di e su Italo Federico Quercia si trova nel volume I. F. Q. - Note biografiche e documenti, a cura di U. Spezia, Milano 2007. Nello stesso volume è descritto l’archivio documentale personale di Quercia, tuttora custodito a Roma dalla figlia Francesca Federica.