italianologia
s. f. (scherz. iron.) Lo studio dell’italianità, dei caratteri, del costume e della cultura italiani.
• Rotto il tabù del qualunquismo, resi frequentabili pensieri e sensazioni prima bollati come indecenti e rozzi, chi può negare che la stragrande maggioranza degli italiani percepisca ancora oggi l’alternanza democratica dei partiti «neri» e «rossi» esattamente come se la figurava un campione dell’«italianologia» come [Giuseppe] Prezzolini? (Pierluigi Battista, Corriere della sera, 17 settembre 2007, p. 26) • [tit.] «Italianologia»: siamo uomini o puffi? [testo] [...] O meglio, si è così perché così sta scritto. [David] Bidussa questa pratica profetica la chiama «Italianologia», ovvero «la retorica ‒ spesso lamentosa, impermalita e accigliata ‒ che attraversa tutta la riflessione sull’Italiano e il cui effetto è creare e radicare una convinzione». L’Italianologia è, si potrebbe dire forzando la definizione di Bidussa, una sorta di «Ideologia dell’Italiano», intendendo per Ideologia la «falsa coscienza» marxiana. L’Italiano, così come ci è stato consegnato, non è altro che il risultato di una pratica discorsiva ininterrotta, di «un modo di raccontarsi e, raccontandosi, (…) descriversi». È «l’effetto di un processo artificiale». Di fronte alle profezie non ci sono che due alternative: accettarle con un atto di fede oppure tentare di scomporle nelle parti di cui sono composte, provare a restituirne la complessità, correndo il rischio di imbattersi, appunto, nella falsa coscienza. (Andrea Bajani, Unità, 13 ottobre 2007, p. 27, Cultura) • In Italia siamo maestri nel coltivare l’italianologia, ossia quella «disciplina» che consiste nel percuotersi il petto sulle infinite magagne del nostro carattere nazionale. Però da circa mezzo secolo non ci domandiamo più chi siamo. Sappiamo come siamo fatti ‒ molto male, almeno così parrebbe dal suggestivo filone dell’antitalianità ‒ ma abbiamo trascurato di interrogarci su cosa intendiamo quando parliamo di italiani. (Simonetta Fiori, Repubblica, 16 dicembre 2010, p. 48, R2 Cultura).
- Derivato dal s. m. italiano con l’aggiunta del confisso -(o)logia.
- Già attestato nel Corriere della sera del 21 febbraio 2007, p. 6, Primo Piano (Maurizio Caprara).