Scrittore ungherese (Budapest 1934 - ivi 2012). Laureatosi all'Accademia teatrale di Budapest, ha lavorato per varî anni come drammaturgo presso i teatri di questa città. Dopo aver rappresentato con fine ironia la nuova realtà politica ungherese, come nelle novelle Nász és pofon ("Nozze e schiaffi", 1956) e A ló is ember ("Anche i cavalli hanno l'anima", 1968), ne ha voluto sottolineare la decadenza morale nei suoi successivi drammi satirici di largo successo (tra cui, Döglött aknák "Mine morte", 1978). Tra i protagonisti dell'opposizione intellettuale, nonostante gli attacchi subiti per i suoi saggi (Szînleirás "Descrizione delle circostanze" 1984), e per altri suoi drammi (come Megmaradni "Resistere", 1988), Cs. si è adoperato in particolare per la riabilitazione della rivoluzione ungherese del 1956 e per la difesa dei diritti della minoranza ungherese della Transilvania. Nel 1993 si è fatto guida e portavoce del Partito Ungherese per la Giustizia e la Vita (MIEP).