ISTRICE (dal gr. ὗς "porco" e ϑρίξ "pelo"; lat. scient. Hystrix L., 1758; fr. porc-épic; sp. erizo, puerco espín; ted. Stachelschwein; ingl. porcupine)
Genere di Roditori che dà il nome a un'intera sezione di Simplici-dentiti (v.) detta degl'Istriciformi (Hystricomorpha Alston, 1876). Questi hanno tutti l'arcata zigomatica del cranio robusta e perforata nella sua radice anteriore da un grande foro sotto-orbitale. La clavicola può essere perfetta o incompleta; la fibula è sempre distinta dalla tibia. La sezione degl'Istriciformi è suddivisa nelle famiglie seguenti: Cavie (v.), Idrocheri (v.), Cincille (v.), Paca, Aguti (v.), Dinomidi (v.), Trionomî, Miopotami, Capromî, Ctenodattili (v.), Petromî, Pedeti, Ottodonti, Eretizoni (v.) e Istrici, delle quali è trattata qui soltanto l'ultima.
La famiglia degl'Istrici (Hystricidae Burnett, t830) comprende animali di forme tozze, con arti bassi, dì lunghezza quasi uguale tra anteriori e posteriori, con suola nuda e pollice rudimentale. Le parti superiori sono armate di aculei più o meno lunghi, che nella difesa vengono messi in resta. Nel cranio la porzione facciale è fortemente pneumatizzata; nello scheletro la clavicola è incompleta. Sono animali notturni, terragnoli, scavatori, che abitano le parti temperate e calde del vecchio mondo a eccezinne del Madagascar; mancano anche nella regione australiana. Si nutrono di radici e scorza d'alberi.
La famiglia è suddivisa nelle sottofamiglie delle Aterure, Trichidi (v. ateruro) e Istrici. La sottofamiglia degl'Istrici (Hystricinae Fischer, 1817) comprende tre generi: Acanthion Cuvier (1822) con quattro specie a Giava, nell'India ulteriore e nella Cina; Thecurus Lyon (1907) con una specie a Sumatra, e Hystrix con 29 specie e sottospecie (1930) diffuse nell'Europa merid., Africa, Asia Minore, India, Isole della Sonda, Cina.
Nella fauna di mammiferi italiani l'Istrice, Hystrix cristata L., rappresenta decisamente la forma più grottesca, col muso che appare gonfio, la testa ornata da un'alta cresta di peli setolosi, il dorso armato da pungenti aculei, che raggiungono 40 cm. di lunghezza. Ama i luoghi solitarî, boscosi, cespugliosi e pietrosi della Maremma toscana, dell'Agro romano, della Campania, delle Puglie, della Calabria e Sicilia, ove si nasconde in tane, scavate da sé. Irritato, l'istrice fa sentire sonori grugniti gutturali, fa vibrare gli aculei caliciformi della coda, producendo un forte fruscio, e batte ripetutamente con violenza il suolo con uno dei piedi posteriori, assumendo così un atteggiamento di decisa minaccia. Con repentini movimenti all'indietro è capace di ferire con gli aculei assai gravemente. Purtroppo sta divenendo molto raro, merita protezione per il suo alto interesse scientifico e faunistico.
Bibl.: R. Pocock, in Proc. Zool. Soc., Londra 1922, pp. 365-427.