istituzioni
In senso ampio, valori, norme e consuetudini che definiscono e regolano stabilmente i rapporti, i comportamenti e le azioni degli individui di una determinata collettività al fine di renderli coerenti con l’organizzazione della società nelle sue diverse articolazioni economiche, sociali, culturali, amministrative eccetera. In quanto complesso di regolamentazione dei comportamenti, le i. possono essere viste anche come un sistema di norme sanzionate (moralmente e giuridicamente), accettate e interiorizzate dai membri di una società.
Anche nell’ambito delle relazioni economiche che si stabiliscono all’interno di una società, le i. svolgono una fondamentale funzione di regolamentazione e consistono nell’insieme delle norme che regolano i rapporti e i comportamenti economici di individui e organizzazioni. Le i. economiche sono a loro volta l’espressione di regole che possono essere di natura informale o formale. Rientrano tra quelle informali le norme comportamentali, i valori morali, le tradizioni, le credenze religiose, i rapporti di fiducia tra gli agenti e, in generale, l’insieme delle consuetudini che rappresentano l’eredità storico-culturale condivisa da una determinata comunità. Le i. di questo tipo si costituiscono attraverso l’emulazione, la tradizione e l’insegnamento e la loro continuità è sostenuta da meccanismi di sanzione sociale (con costi in termini di perdita di reputazione, affidabilità e appartenenza ai valori della comunità) nei confronti dei trasgressori. Le i. economiche formali rientrano, invece, nell’ambito di regole strutturate nella forma di leggi, regolamenti, costituzioni e organizzazioni, e comprendono le i. amministrative (pubblica amministrazione e agenzie governative), i sistemi istituzionali territoriali (Comuni, Province, Regioni), gli organismi di rappresentanza di interessi di categoria (unioni e confederazioni di produttori), le autonomie funzionali (camere di commercio, fondazioni bancarie, scuole e università) e le i. pubbliche del mercato del lavoro (organizzazioni sindacali, agenzie del lavoro).
I sistemi economici differiscono tra loro non solo per la natura, l’estensione e la numerosità delle i., ma anche in relazione ai diversi rapporti di ‘complementarità istituzionale’, che contraddistinguono la varietà delle forme di capitalismo. Tra queste si segnalano in particolare due modelli: l’‘economia di mercato liberale’ di tipo anglosassone, dove l’assetto della governance delle imprese, caratterizzato dalla presenza di un azionariato diffuso, dal controllo manageriale e dal suo ricambio frequente, trova una complementarità istituzionale nella gestione flessibile della forza lavoro e nella minore stabilità dei posti di lavoro; le ‘economie di mercato coordinate’, tipiche del modello tedesco, nelle quali il ruolo decisivo delle banche, nel controllo delle imprese, è funzionale alla costruzione di relazioni di lungo periodo con i dipendenti ed è istituzionalmente complementare all’organizzazione del mercato del lavoro (➔ lavoro, mercato del), strutturato su stretti rapporti di coordinamento tra datori di lavoro, sindacati e i. scolastiche. Questi due modelli presentano alcune caratteristiche che combinano in vario modo quelle tipiche delle economie mediterranee (alta protezione del lavoro, con minore supporto al welfare rispetto al modello tedesco), dell’economia scandinava (alto livello di protezione sociale, negoziazioni salariali, facile accesso alla formazione) e di quella giapponese (grandi conglomerati industriali, caratterizzati da partecipazioni incrociate e stabilità occupazionale).
Comprendono, da un lato, le i. bancarie e, dall’altro, il Fondo Monetario Internazionale (➔ FMI) e il Fondo internazionale di sviluppo agricolo. Si tratta di enti caratterizzati da scopi e funzioni diversi, che realizzano, nel loro complesso, la cooperazione finanziaria internazionale. Nella prima categoria rientrano le banche regionali di sviluppo (➔ banche di sviluppo), come la Banca Interamericana, la Banca Africana, la Banca Asiatica di sviluppo e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (➔ BERS) che costituiscono, insieme alle organizzazioni del gruppo della Banca Mondiale (➔ BIRS), i principali meccanismi multilaterali di aiuto pubblico allo sviluppo dei Paesi più poveri, attraverso la concessione di prestiti destinati a finanziare progetti per far progredire le aree più arretrate a condizioni agevolate. In particolare, il gruppo della Banca Mondiale comprende la Compagnia finanziaria internazionale (➔ IFC) e l’Associazione internazionale di sviluppo (➔ IDA). Sia la Banca Mondiale (➔) sia il FMI sono i. specializzate dell’ONU.